Liturgia del giorno:
Ap 10,8-11; Sal 118 (119); Lc 19,45-48
Questi tre martiri sarebbero stati soldati della famosa Legione Tebea, che durante il massacro di Agauno tentarono la fuga. Inseguiti, Avventore e Ottavio furono raggiunti a Torino e colà trucidati; Solutore, più giovane e agile, continuò a fuggire, benché ferito, e si nascose in una cava di sabbia, ma, scoperto a sua volta, fu decapitato sulle rive della Dora Riparia. Secondo la tradizione, una matrona cristiana di nome Giuliana raccolse i corpi dei martiri e li seppellì costruendo sul sepolcro una cappella, successivamente convertita in basilica. Nel 1006 l’antica basilica fu rinnovata e incorporata in un monastero benedettino intitolato a san Solutore, distrutto nel 1536 dai francesi. Tutti i beni appartenuti al monastero furono donati ai Gesuiti a condizione che erigessero un tempio in onore dei tre martiri per trasferirvi i loro corpi e così avvenne il 19 gennaio 1975, con una solenne cerimonia a cui intervennero Emanuele Filiberto, l’episcopato piemontese e una grande folla di fedeli.