Nel Vangelo secondo Matteo, capitolo 13, Gesù usa una parabola per descrivere cos’è il Regno dei Cieli, e dice che è simile a un tesoro nascosto in un campo. Un uomo lo trova, lo nasconde di nuovo e poi va, pieno di gioia, vende tutti i suoi averi e compra quel campo.

Questa è l’esperienza di chi incontra Dio nella propria vita. Sente che quell’amore unico, che ti raggiunge con uno sguardo, che ti fa sentire amato nel profondo, vale più di tutto ciò che hai vissuto fino a quel momento. E allora sei disposto a lasciare casa, padre, madre, fratelli, sorelle, i tuoi averi, per seguirlo.

È la storia di tutte le vocazioni, non solo dei grandi santi. E l’esempio che Gesù usa ha delle parole chiave. Innanzitutto, incontrare l’amore di Dio è un tesoro, è il tesoro dei tesori.

E poi la scelta di lasciare tutto, di mollare qualsiasi valore importante nella propria vita, qualsiasi altro tesoro per quel Tesoro, si compie con gioia. Ecco, a volte noi pensiamo che seguire Dio significhi fare una vita di restrizioni, dove bisogna solo soffrire. Non è questo: è una scelta che si compie con gioia.

Seguire Dio riempie il proprio cuore. Papa Benedetto XVI diceva che Dio ci chiede il nostro niente per darci il suo tutto. E allora, cosa siamo disposti a lasciare per avere l’amore di Dio? Sicuramente dobbiamo vendere qualcosa, dobbiamo tagliare con qualche compromesso, con felicità che pensavamo potessero riempire il nostro cuore.

Ma poi quel Tesoro riempie davvero la nostra vita. E sempre in questo brano, alla fine di altre parabole, Gesù usa un’altra volta la parola tesoro, facendo una domanda: «Avete capito queste cose?» Gli risposero: «Sì».

Ed egli disse loro: «Per questo, ogni scriba divenuto discepolo del Regno dei Cieli è simile a un padrone di casa che estrae dal suo tesoro cose nuove e cose antiche». Ecco, anche questa seconda sottolineatura è molto importante. Quando Dio ci chiama, quando riempie il nostro cuore, cambia le nostre vite.

Pensiamo ai discepoli: da pescatori di pesci diventano pescatori di uomini. Ma usa ciò che siamo, non butta e non scarta mai nulla della nostra esistenza. San Paolo dice che tutto concorre al bene per coloro che amano Dio.

Anche le nostre storie fatte di croci, di ferite, di errori, di sbagli, Dio le fa concorrere a un bene. Penso ai ragazzi della comunità Nuovi Orizzonti: quanto sono capaci di ascoltare e capire i giovani che vivono oggi tanti drammi, proprio perché sono passati da quegli inferni. È la storia che vivo io tutti i giorni, è la storia di tutti i santi, di tutti coloro che hanno incontrato Dio.

Pensiamo a sant’Agostino, san Francesco: proprio grazie anche alle loro storie di cadute, di ferite e di dolore, sono stati capaci poi di amare gli altri e di trasmettere l’amore di Dio.


Scopri anche il libro di don Davide, “I miei viaggi del cuore”: https://bit.ly/imieiviaggidelcuore