Ultimamente mi capita di fare un sogno di fantapolitica. Più che Freud, c'entrano le personalissime suggestioni che vengono dal passato. Vengo subito al dunque: a me l’ultimo Matteo Renzi richiama alla mente un politico inglese degli anni Trenta, Ramsey MacDonald, sconosciuto ai più, consegnato - almeno in Italia -  all’oblio dei manuali di storia. MacDonald fu tra i fondatori del partito laburista inglese, con il quale guidò due governi. Dopo la crisi del ’29 si sforzò di imporre al Paese una serie di duri sacrifici per avviare la ripresa, ma le Trade Unions e buona parte del suo partito si oppose. E così il premier laburista decise di formare un nuovo governo di unità nazionale benedetto da Sua Maestà con conservatori e liberali. E superò la crisi, portando l'Inghilterra fuori dal tunnel. Una scelta che provocò ovviamente la sua espulsione dal partito laburista e l’accusa di tradimento.

Sono solo suggestioni, la storia non si ripete mai, nemmeno in farsa, come invece diceva Marx: la distanza da quel lontano passato è enorme.Eppure il sogno persiste: in questo momento Renzi si prepara a far votare una legge con l’opposizione di buona parte del suo partito e l’appoggio del Centrodestra. La stampa di destra lo appoggia apertamente, gli alleati del Nuovo Centrodestra cantano vittoria e Berlusconi proclama che finalmente il suo programma politico sul lavoro portato avanti per vent'anni si concretizza. Renzi, dal canto suo, fa aperture notevoli al liberismo e non fa che adoperare un linguaggio di Centrodestra, strizzando continuamente l'occhio agli imprenditori, più di quanto faccia il Cavaliere. Nel mio sogno di fantapolitica potrebbe guidare un Governo di Centrodestra, magari con la benedizione di re Giorgio, e, chissà, un giorno dimostrarsi il vero erede di Silvio Berlusconi alla guida di Forza Italia. Poi mi sono svegliato: i sogni, come è noto, belli o brutti che siano, muoiono all'alba.