Dopo la legge sull’assetto radio-berlusco-televisivo (l’unica legge al mondo che porta il nome di uno che probabilmente non l’ha mai nemmeno letta), Maurizio Gasparri si è imposto una nuova missione: far ridere i polli. Il problema è che ormai persino i polli lo temono più dell’aviaria per le sue terrificanti battute. Nel gioco delle parti assegnate da Berlusconi ai berluscones, l’ex colonnello finiano fulminato sulla via di Arcore ha il compito di attaccare il direttore di Famiglia Cristiana Antonio Sciortino.  Sembra di sentirlo, il Berlusca, mentre gli telefona in accappatoio nei ritagli di tempo e si raccomanda: “Devi essere pungente, sottile e sarcastico. Dai Maurizio, polverizzali con una battuta”. Che è come chiedere a Ferrara di danzare sulle punte lo Schiaccianoci, o alla Santanché di prendere il tè con un imam. Ma lui si applica, sui giornali o nei dibattiti tv in cui solitamente litiga con qualcuno (ne ricordo uno in cui il giornalista Andrea Scanzi, al culmine di un battibecco, sbottò esasperato: “Lei è la dimostrazione che Darwin ha torto”).

In un’intervista esilarante, disse che Sciortino aveva abitudini estive “scandalose”. Oibò, quali abitudini? Sosteneva di averlo visto a luglio in bermuda, con degli amici, sull’isola di Marettimo. Scandalo al sole. Chissà come starebbe Gasparri, con la talare abbottonata, alle dieci del mattino di luglio, sul bagnasciuga di Marettimo. Forse lo sa il suo imitatore Neri Marcoré, che è riuscito nell’impresa pirandelliana di regalare al personaggio una personalità, quanto meno perché l’imitato fa ridere, cosa che non riesce all’originale. Ma tenetevi forte, perché il de La Rochefoucald del Pdl ne ha detta un’altra. Siete pronti? Eccola: “Don Sciortino direttore di Famiglia Cristiana, deve il titolo di don all’essere stato fan di don Lurio e don Backy”. Sentito che roba? Il bello è che l’aveva già detta parecchi anni fa. Ma evidentemente nel frattempo, pur spremendosi le meningi, non è riuscito a trovare di meglio.