In un mercato del lavoro e in un sistema di servizi che fanno acqua da tutte le parti c'è da riflettere e godere, almeno, di una piccola grande consolazione: il settore sociale sta ribattendo colpo su colpo alla crisi, forte di una straordinaria capacità di adattamento al contesto, quella flessibilità che non va confusa con precarietà, e, soprattutto, grazie alla volontà e alla lungimiranza che caratterizzano chi crede che il futuro delle cooperative sociali debba essere necessariamente nella proposta di soluzioni nuove, alternative, in grado di fondere in una pozione magica imprenditorialità e socialità. E a chi, a sproposito, ancora parla di fenomeno di nicchia vale la pena ricordare che oggi in Italia le 11.808 cooperative sociali presenti sul territorio nazionale, trascurando per il momento le imprese sociali, muovono un'economia di denaro e valori di forte impatto per il bene del Paese: una produzione da 8,97 miliaridi di euro, 750.090 lavoratori dipendenti con un aumento dell'occupazione negli ultimi quattro anni pari al 17,3%, 5 milioni di utenti, cioè 5 milioni di persone che usufruiscono dei servizi gestiti dal Terzo Settore dall'assistenza sanitaria (1.330.302) all'assistenza socio-sanitaria (878.026), dall'assistenza sociale (820.900) all'educazione/istruzione (776.580), per chiudere con la tutela ambientale (43.291). Numeri dietro i quali si celano le fasce deboli della popolazione dai minori (31,6%) ai tossicodipendenti (7%), dai disabili (19,2%) agli anziani (13,2%), fino alle famiglie (22,8%).
Cgm, Gruppo cooperativo nazionale, è la più grande rete di cooperative sociali in Italia. I numeri sono dalla sua parte, testimoni oggettivi del buon lavoro che la rete sociale svolge silenziosamente dal basso. Realtà che sanno ascoltare la gente, cogliendone i bisogni più profondi e cercando in modo strutturato e contemporaneamente istintivo di trovare soluzioni "ad personam". Già, perché il segreto di Cgm è proprio questo: se i numeri infatti gli danno ragione e sono importanti per capire la portata del fenomeno delle cooperative sociali in Italia, dall'altro non dicono tutta la verità e non spiegano fino in fondo il modo in cui le "affiliate" Cgm si approcciano ai problemi, partendo proprio dalle persone ancor prima che dai numeri. E non importa se i soldi non ci sono, se la burocrazia a volte è un ostacolo, se le istituzioni non sempre sono interlocutori credibili e determinati: una persona ha bisogno, la cooperativa si impegna per farla stare meglio. Semplice no? Per niente. "È uno sporco lavoro ma qualcuno deve pur farlo", si potrebbe ironizzare. Ma non c'è spazio per l'ironia quando il valore della produzione di Cgm è pari a 1,3 miliardi di euro con 44.200 addetti, nel 2011 in crescita rispetto all'anno precedente del 4,9%. Il dinamismo delle cooperative sociali, però, se non correttamente stimolato, rischia di sgretolarsi, di "sedersi" e dunque di perdere quella spinta propulsiva che le rende flessibili. Da qui, l'idea di dare nuovo impulso alla rete italiana, ricominciando dalla freschezza delle start up nel segno del connubio tra imprenditorialità e socialità.
Dato il calo delle risorse a disposizione, serve sperimentare e investire (energie) in nuovi modelli, come le 65 forme "ibride" in fase di start up, promossi all'interno di Cgm con vista su nuovi ambizioni traguardi: c'è chi si occuperà di mettere a punto nuove sinergie, c'è chi farà di tutto per differenziare il proprio servizio e crearsi dunque un proprio spazio, c'è chi si confronterà con mercati "diversi"; e ancora, c'è chi sarà chiamato a ristrutturare servizi tradizionali ripensando integralmente le filiere e chi dovrà dare sostanza a progetti di sviluppo comunitario. Una scommessa sul futuro prossimo, possibile grazie a un investimento iniziale di 54 milioni di euro, circa il 14% dei 335.689.198 milioni di euro complessivi relativi ai consorzi e alle cooperative di sviluppo del Gruppo nel 2010. Le forme giuridiche più adatte a inquadrare le start up verranno studiate caso per caso, perché non necessariamente dovranno essere delle cooperative: spazio, dunque, a Fondazioni, Società per azioni, Società a responsabilità limitata ecc. Un osservatorio sarà chiamato a raccogliere dati e sensazioni perché l'obiettivo finale è costruire entro maggio 2013 un'analisi delle forme e delle tipologie di imprese innovative, per mettere a disposizione le conoscenze acquisite a favore degli imprenditori interessati a investire in altre start up nel settore del sociale.
«A 25 anni dalla nascita, CGM lancia nel mercato dei beni comuni nuovi strumenti d’impresa che rappresentano gli ingredienti del nostro futuro più prossimo – ha dichiarato il Consigliere delegato Stefano Granata. CGM continua a svolgere un ruolo di primo piano nel rilancio del Paese, interpretandolo al meglio per lo sviluppo economico e sociale. La nostra capacità emergente di generare il nuovo favorirà il rafforzamento di alleanze e collaborazioni con altre forme cooperative e con il mondo for profit per affrontare le sfide complesse di domani».
Conciliacoop
Conciliacoop è un progetto di welfare aziendale ideato dal ConsorzioCon.Solida di Trento (Consorzio che fa parte della rete Cgm) e dalle sue 59 cooperative sociali operanti sul territorio al fine di sviluppare servizi di conciliazione famiglia–lavoro da offrire alle aziende attraverso una piattaforma web che consentano al singolo lavoratore di “liberare” il proprio tempo per dedicarsi alla vita familiare: asili nido, ludoteche e campus estivi, lavanderia mediante presa e consegna in azienda, spesa tramite l’acquisto online e servizi web di consulenza legale, fiscale e medica. La piattaforma web condivisa funziona da “catalogo” e da smistamento delle richieste verso diversi fornitori, tra cui le cooperative sociali di Con.Solida, nei rispettivi ambiti di competenza, e altre realtà profit e non profit del territorio. L’erogazione dei servizi di conciliazione si articola anche in un’offerta di pacchetti di attività completi e modulabili a seconda delle esigenze di ogni singola azienda che, dal canto suo contiene il turnover, riduce le assenze, motiva i dipendenti e, come dimostrato da diverse indagini, può addirittura aumentare il fatturato.
Fondazione di comunità di Messina
Il Parco diffuso delle energie rinnovabili di Messina prevede la realizzazione di impianti fotovoltaici su terreni incolti, edifici di pubblica utilità (parrocchie, sedi di enti locali, ecc.) e case private. La Fondazione, attraverso un bando, ha chiesto a enti pubblici, privati e famiglie di mettere a disposizione i tetti sui quali installare gli impianti (quasi 230, fra piccoli e grandi). I soggetti selezionati beneficiano così gratuitamente dell’energia elettrica prodotta, mentre la Fondazione beneficia degli incentivi del Conto Energia. I rendimenti, a loro volta, finanziano l’attività di empowerment, cioè di potenziamento dell’indipendenza dell’area e di chi vi abita, con una particolare attenzione alle fasce deboli e ai quartieri svantaggiati. All’impegno a favore dell’ambiente e del territorio si affianca quindi quello verso i soggetti più deboli: il rendimento degli impianti serve a sostenere le attività della Fondazione, a cominciare dal progetto Luce è Libertà. Sostenuto dalla Cassa delle Ammende del ministero diGiustizia e dall’Azienda sanitaria provinciale di Messina, Luce è Libertà si propone di accompagnare nel cammino verso l’autonomia 56 ex internati dell’ospedale psichiatrico giudiziario di Barcellona Pozzo di Gotto. Per ognuno di loro, il progetto prevede un piano personalizzato di reinserimento sociale presso le famiglie di origine o attraverso l’affido e il loro impegno in una serie di attività lavorative, fra le quali la gestione di archivi.
L'apebianca
Il progetto “ibrido” nato su iniziativa della cooperativa sociale Ecoliving di Forlì, con l’obiettivo di dare una risposta concreta al crescente bisogno di vivere e consumare in modo critico e consapevole; in un’area di oltre 1000 mq, infatti, è possibile trovare spazi e negozi che offrono una vasta gamma di prodotti e servizi, tutti improntati a principi di ecosostenibilità e di valorizzazione della produzione locale. Si tratta di una delle pochissime iniziative in tal senso realizzate in Italia; l’Apebianca offre, fra gli altri, un negozio alimentare di prodotti bio certificati, ove possibile a km 0, selezionati in base a criteri di genuinità, stagionalità, provenienza, eticità, riduzione dell’impatto ambientale; uno spazio dedicato ai farmer locali, per la vendita diretta di prodotti alimentari freschi; Green a porter, una boutique di moda critica che vende esclusivamente capi artigianali e unici, realizzati da stilisti indipendenti che utilizzano tessuti naturali e materiali di recupero; una serie di botteghe (stabili e temporanee) che offrono prodotti (abbigliamento, arredamento, cosmetici ecobiocertificati, ecc) e servizi innovativi, che vanno dalla libreria diffusa (nella quale i volumi sono esposti accanto ai prodotti di cui trattano) agli sportelli di consulenza per la finanza etica e la bioedilizia; una zona dedicata alla ristorazione, dove vengono serviti cibi provenienti da agricoltura biologica e produttori locali; uno spazio per gli incontri e gli eventi.
Consorzio stabile Geo srl
Non volendo mancare al proprio obiettivo di inserimento lavorativo di persone svantaggiate, 5 cooperative di tipo B del Consorzio Sol.Co. Mantova di Cgm creano un soggetto non onlus, ossia un consorzio profit che possa accedere anche a mercati inediti e in grado di partecipare a bandi di gara normalmente preclusi alle cooperative sociali. Il funzionamento del Consorzio GEO è molto simile al General Contractor in essere a Sol.Co. Mantova. Tutti i servizi attualmente gestiti tramite il GC di Sol.Co. Mantova passeranno a GEO il quale cercherà di aggiungerne di nuovi. La ricerca di commesse verterà sempre su bandi dell’Ente Pubblico ma anche su commesse da privati. Igiene ambientale, manutenzione verde e raccolta differenziata sono i servizi offerti, il tutto mantenendo fede alla funzione sociale di inserimento lavorativo, nella speranza di incrementare i risultati grazie allo sviluppo di fatturato e cantieri. I soggetti inseriti al lavoro dalle cooperative sociali di tipo B sono classificabili nelle categorie della 381, ma anche in quelle categorie di svantaggio ormai consolidate quali disoccupati over50 o di lungo periodo.
Emporio solidale
È un progetto ibrido nato su iniziativa del Consorzio Emmanuel di Lecce, che fa capo al gruppo Cooperativo Nazionale Cgm. Si tratta di un vero e proprio supermercato di medie dimensioni (circa 500 metri quadrati). Verificata l’esistenza di una condizione di disagio socio-economico, le famiglie richiedenti vengono dotate di una card che consente loro di accedere all’Emporio ed effettuare gratuitamente la spesa. Tale tessera, una sorta di carta di credito a punti, potrà essere ricaricata presso gli uffici preposti, alla scadenza del periodo. La card, oltre che l’accesso all’Emporio, potrà inoltre essere uno strumento per ulteriori iniziative di solidarietà e di inclusione sociale. Essa permetterà a tutti gli organismi aderenti alla rete di conoscere gli interventi effettuati a favore del titolare, monitorando così il percorso di promozione e assistenza ed evitando sprechi e sovrapposizioni. L’emporio è attivo da dicembre 2011
Welfare Italia servizi
Welfare Italia Servizi, società costituita nel febbraio 2009 e partecipata dal Consorzio Cgm, da Intesa Sanpaolo e da Banco Popolare, propone un modello avanzato di welfare nell’ambito della cosiddetta “sanità leggera”. Alla vocazione solidaristica proveniente dalla stretta collaborazione con la cooperazione affianca una gestione in grado di reggere la sfida di un comparto ad alta competitività, costruendo nuove importanti realtà in partnership con altre persone, organizzazioni e imprese che ne condividono i valori. Welfare Italia Servizi nasce nell’ambito di un’ottica di ampio respiro strategico: costruire alleanze forti e stabili con partner del settore pubblico e privato per dare risposte concrete ai bisogni delle persone, progettando servizi medici e odontoiatrici di qualità a un costo accessibile e con tempi brevi di attesa e prenotazione. Finora sono stati aperti 13 luoghi di cura specialistici in diverse regioni d’Italia (in aggiunta a quattro studi odontoiatrici accreditati) che si propongono di essere vicino alle famiglie in tutte le fasi della vita, dall’infanzia alla terza età, con gli obiettivi di promuovere benessere, rispondere alle necessità quotidiane e gestire situazioni di disagio attraverso la ricerca e lo sviluppo sul territorio di un’offerta di servizi completa. Nei poliambulatori Welfare Italia, inoltre, sono attivati fondi specifici per la raccolta di contributi che permettano di ricevere agevolazioni nel pagamento o un trattamento gratuito. I 13 luoghi di cura Welfare Italia si trovano ad Acireale (CT), Canegrate (MI), Forlì, Gallarate (VA), Gorlago (BG), San Pellegrino (BG), Parma (3), Pontedera (PI), Sesto Fiorentino (FI) e Milano (2). Grazie a 88 dipendenti e 221 medici coinvolti, i luoghi di cura offrono 95.443 a circa 19.000 pazienti, generando un fatturato complessivo (2011) pari a 2,4 milioni di euro. Per il prossimo triennio sono stati stanziati 23 milioni di investimento. Attualmente sono stati firmati 45 pilotaggi per l’apertura di nuovi centri.
Cgm, Gruppo cooperativo nazionale, è la più grande rete di cooperative sociali in Italia. I numeri sono dalla sua parte, testimoni oggettivi del buon lavoro che la rete sociale svolge silenziosamente dal basso. Realtà che sanno ascoltare la gente, cogliendone i bisogni più profondi e cercando in modo strutturato e contemporaneamente istintivo di trovare soluzioni "ad personam". Già, perché il segreto di Cgm è proprio questo: se i numeri infatti gli danno ragione e sono importanti per capire la portata del fenomeno delle cooperative sociali in Italia, dall'altro non dicono tutta la verità e non spiegano fino in fondo il modo in cui le "affiliate" Cgm si approcciano ai problemi, partendo proprio dalle persone ancor prima che dai numeri. E non importa se i soldi non ci sono, se la burocrazia a volte è un ostacolo, se le istituzioni non sempre sono interlocutori credibili e determinati: una persona ha bisogno, la cooperativa si impegna per farla stare meglio. Semplice no? Per niente. "È uno sporco lavoro ma qualcuno deve pur farlo", si potrebbe ironizzare. Ma non c'è spazio per l'ironia quando il valore della produzione di Cgm è pari a 1,3 miliardi di euro con 44.200 addetti, nel 2011 in crescita rispetto all'anno precedente del 4,9%. Il dinamismo delle cooperative sociali, però, se non correttamente stimolato, rischia di sgretolarsi, di "sedersi" e dunque di perdere quella spinta propulsiva che le rende flessibili. Da qui, l'idea di dare nuovo impulso alla rete italiana, ricominciando dalla freschezza delle start up nel segno del connubio tra imprenditorialità e socialità.
Dato il calo delle risorse a disposizione, serve sperimentare e investire (energie) in nuovi modelli, come le 65 forme "ibride" in fase di start up, promossi all'interno di Cgm con vista su nuovi ambizioni traguardi: c'è chi si occuperà di mettere a punto nuove sinergie, c'è chi farà di tutto per differenziare il proprio servizio e crearsi dunque un proprio spazio, c'è chi si confronterà con mercati "diversi"; e ancora, c'è chi sarà chiamato a ristrutturare servizi tradizionali ripensando integralmente le filiere e chi dovrà dare sostanza a progetti di sviluppo comunitario. Una scommessa sul futuro prossimo, possibile grazie a un investimento iniziale di 54 milioni di euro, circa il 14% dei 335.689.198 milioni di euro complessivi relativi ai consorzi e alle cooperative di sviluppo del Gruppo nel 2010. Le forme giuridiche più adatte a inquadrare le start up verranno studiate caso per caso, perché non necessariamente dovranno essere delle cooperative: spazio, dunque, a Fondazioni, Società per azioni, Società a responsabilità limitata ecc. Un osservatorio sarà chiamato a raccogliere dati e sensazioni perché l'obiettivo finale è costruire entro maggio 2013 un'analisi delle forme e delle tipologie di imprese innovative, per mettere a disposizione le conoscenze acquisite a favore degli imprenditori interessati a investire in altre start up nel settore del sociale.
«A 25 anni dalla nascita, CGM lancia nel mercato dei beni comuni nuovi strumenti d’impresa che rappresentano gli ingredienti del nostro futuro più prossimo – ha dichiarato il Consigliere delegato Stefano Granata. CGM continua a svolgere un ruolo di primo piano nel rilancio del Paese, interpretandolo al meglio per lo sviluppo economico e sociale. La nostra capacità emergente di generare il nuovo favorirà il rafforzamento di alleanze e collaborazioni con altre forme cooperative e con il mondo for profit per affrontare le sfide complesse di domani».
«Oggi – ha dichiarato Paolo Venturi, Direttore di AICCON (Associazione Italiana per la promozione della Cultura della Cooperazione e del Non profit) - esiste una domanda di protezione sociale che nell'ultimo decennio è profondamente cambiata. Conseguentemente sta mutando anche il DNA delle nuove imprese sociali che per inseguire e rispondere più adeguatamente ai nuovi bisogni sono costrette a evolvere senza mai dimenticare la propria essenza cooperativa, il proprio scopo ovvero l’interesse della comunità e senza sacrificare il proprio modello di governo democratico e partecipato».
«La XI Convention – ha aggiunto il presidente di CGM Claudia Fiaschi – è la migliore occasione per riconoscere le priorità del futuro e stabilire una rotta verso ciò che è urgente costruire: un’occasione per valorizzare la vitalità che i legami, protagonisti assoluti di questo appuntamento, sono capaci di generare nella nostra quotidianità di cooperatori sociali».
Conciliacoop
Conciliacoop è un progetto di welfare aziendale ideato dal ConsorzioCon.Solida di Trento (Consorzio che fa parte della rete Cgm) e dalle sue 59 cooperative sociali operanti sul territorio al fine di sviluppare servizi di conciliazione famiglia–lavoro da offrire alle aziende attraverso una piattaforma web che consentano al singolo lavoratore di “liberare” il proprio tempo per dedicarsi alla vita familiare: asili nido, ludoteche e campus estivi, lavanderia mediante presa e consegna in azienda, spesa tramite l’acquisto online e servizi web di consulenza legale, fiscale e medica. La piattaforma web condivisa funziona da “catalogo” e da smistamento delle richieste verso diversi fornitori, tra cui le cooperative sociali di Con.Solida, nei rispettivi ambiti di competenza, e altre realtà profit e non profit del territorio. L’erogazione dei servizi di conciliazione si articola anche in un’offerta di pacchetti di attività completi e modulabili a seconda delle esigenze di ogni singola azienda che, dal canto suo contiene il turnover, riduce le assenze, motiva i dipendenti e, come dimostrato da diverse indagini, può addirittura aumentare il fatturato.
Fondazione di comunità di Messina
Il Parco diffuso delle energie rinnovabili di Messina prevede la realizzazione di impianti fotovoltaici su terreni incolti, edifici di pubblica utilità (parrocchie, sedi di enti locali, ecc.) e case private. La Fondazione, attraverso un bando, ha chiesto a enti pubblici, privati e famiglie di mettere a disposizione i tetti sui quali installare gli impianti (quasi 230, fra piccoli e grandi). I soggetti selezionati beneficiano così gratuitamente dell’energia elettrica prodotta, mentre la Fondazione beneficia degli incentivi del Conto Energia. I rendimenti, a loro volta, finanziano l’attività di empowerment, cioè di potenziamento dell’indipendenza dell’area e di chi vi abita, con una particolare attenzione alle fasce deboli e ai quartieri svantaggiati. All’impegno a favore dell’ambiente e del territorio si affianca quindi quello verso i soggetti più deboli: il rendimento degli impianti serve a sostenere le attività della Fondazione, a cominciare dal progetto Luce è Libertà. Sostenuto dalla Cassa delle Ammende del ministero diGiustizia e dall’Azienda sanitaria provinciale di Messina, Luce è Libertà si propone di accompagnare nel cammino verso l’autonomia 56 ex internati dell’ospedale psichiatrico giudiziario di Barcellona Pozzo di Gotto. Per ognuno di loro, il progetto prevede un piano personalizzato di reinserimento sociale presso le famiglie di origine o attraverso l’affido e il loro impegno in una serie di attività lavorative, fra le quali la gestione di archivi.
L'apebianca
Il progetto “ibrido” nato su iniziativa della cooperativa sociale Ecoliving di Forlì, con l’obiettivo di dare una risposta concreta al crescente bisogno di vivere e consumare in modo critico e consapevole; in un’area di oltre 1000 mq, infatti, è possibile trovare spazi e negozi che offrono una vasta gamma di prodotti e servizi, tutti improntati a principi di ecosostenibilità e di valorizzazione della produzione locale. Si tratta di una delle pochissime iniziative in tal senso realizzate in Italia; l’Apebianca offre, fra gli altri, un negozio alimentare di prodotti bio certificati, ove possibile a km 0, selezionati in base a criteri di genuinità, stagionalità, provenienza, eticità, riduzione dell’impatto ambientale; uno spazio dedicato ai farmer locali, per la vendita diretta di prodotti alimentari freschi; Green a porter, una boutique di moda critica che vende esclusivamente capi artigianali e unici, realizzati da stilisti indipendenti che utilizzano tessuti naturali e materiali di recupero; una serie di botteghe (stabili e temporanee) che offrono prodotti (abbigliamento, arredamento, cosmetici ecobiocertificati, ecc) e servizi innovativi, che vanno dalla libreria diffusa (nella quale i volumi sono esposti accanto ai prodotti di cui trattano) agli sportelli di consulenza per la finanza etica e la bioedilizia; una zona dedicata alla ristorazione, dove vengono serviti cibi provenienti da agricoltura biologica e produttori locali; uno spazio per gli incontri e gli eventi.
All’Apebianca lavorano stabilmente 13 persone, sei delle quali sono lavoratori svantaggiati.
Consorzio stabile Geo srl
Non volendo mancare al proprio obiettivo di inserimento lavorativo di persone svantaggiate, 5 cooperative di tipo B del Consorzio Sol.Co. Mantova di Cgm creano un soggetto non onlus, ossia un consorzio profit che possa accedere anche a mercati inediti e in grado di partecipare a bandi di gara normalmente preclusi alle cooperative sociali. Il funzionamento del Consorzio GEO è molto simile al General Contractor in essere a Sol.Co. Mantova. Tutti i servizi attualmente gestiti tramite il GC di Sol.Co. Mantova passeranno a GEO il quale cercherà di aggiungerne di nuovi. La ricerca di commesse verterà sempre su bandi dell’Ente Pubblico ma anche su commesse da privati. Igiene ambientale, manutenzione verde e raccolta differenziata sono i servizi offerti, il tutto mantenendo fede alla funzione sociale di inserimento lavorativo, nella speranza di incrementare i risultati grazie allo sviluppo di fatturato e cantieri. I soggetti inseriti al lavoro dalle cooperative sociali di tipo B sono classificabili nelle categorie della 381, ma anche in quelle categorie di svantaggio ormai consolidate quali disoccupati over50 o di lungo periodo.
Emporio solidale
È un progetto ibrido nato su iniziativa del Consorzio Emmanuel di Lecce, che fa capo al gruppo Cooperativo Nazionale Cgm. Si tratta di un vero e proprio supermercato di medie dimensioni (circa 500 metri quadrati). Verificata l’esistenza di una condizione di disagio socio-economico, le famiglie richiedenti vengono dotate di una card che consente loro di accedere all’Emporio ed effettuare gratuitamente la spesa. Tale tessera, una sorta di carta di credito a punti, potrà essere ricaricata presso gli uffici preposti, alla scadenza del periodo. La card, oltre che l’accesso all’Emporio, potrà inoltre essere uno strumento per ulteriori iniziative di solidarietà e di inclusione sociale. Essa permetterà a tutti gli organismi aderenti alla rete di conoscere gli interventi effettuati a favore del titolare, monitorando così il percorso di promozione e assistenza ed evitando sprechi e sovrapposizioni. L’emporio è attivo da dicembre 2011
Welfare Italia servizi
Welfare Italia Servizi, società costituita nel febbraio 2009 e partecipata dal Consorzio Cgm, da Intesa Sanpaolo e da Banco Popolare, propone un modello avanzato di welfare nell’ambito della cosiddetta “sanità leggera”. Alla vocazione solidaristica proveniente dalla stretta collaborazione con la cooperazione affianca una gestione in grado di reggere la sfida di un comparto ad alta competitività, costruendo nuove importanti realtà in partnership con altre persone, organizzazioni e imprese che ne condividono i valori. Welfare Italia Servizi nasce nell’ambito di un’ottica di ampio respiro strategico: costruire alleanze forti e stabili con partner del settore pubblico e privato per dare risposte concrete ai bisogni delle persone, progettando servizi medici e odontoiatrici di qualità a un costo accessibile e con tempi brevi di attesa e prenotazione. Finora sono stati aperti 13 luoghi di cura specialistici in diverse regioni d’Italia (in aggiunta a quattro studi odontoiatrici accreditati) che si propongono di essere vicino alle famiglie in tutte le fasi della vita, dall’infanzia alla terza età, con gli obiettivi di promuovere benessere, rispondere alle necessità quotidiane e gestire situazioni di disagio attraverso la ricerca e lo sviluppo sul territorio di un’offerta di servizi completa. Nei poliambulatori Welfare Italia, inoltre, sono attivati fondi specifici per la raccolta di contributi che permettano di ricevere agevolazioni nel pagamento o un trattamento gratuito. I 13 luoghi di cura Welfare Italia si trovano ad Acireale (CT), Canegrate (MI), Forlì, Gallarate (VA), Gorlago (BG), San Pellegrino (BG), Parma (3), Pontedera (PI), Sesto Fiorentino (FI) e Milano (2). Grazie a 88 dipendenti e 221 medici coinvolti, i luoghi di cura offrono 95.443 a circa 19.000 pazienti, generando un fatturato complessivo (2011) pari a 2,4 milioni di euro. Per il prossimo triennio sono stati stanziati 23 milioni di investimento. Attualmente sono stati firmati 45 pilotaggi per l’apertura di nuovi centri.


