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Ottobre è il mese dedicato a tutti coloro che seguono e fanno proprio lo spirito della missione. In questa occasione, pubblichiamo la bella testimonianza di una ragazza di Milano, Miriam Dicembre, che ci racconta a cuore aperto, in modo profondo, sincero e toccante, la sua esperienza la scorsa estate nel Nord del Brasile, alle porte della Foresta amazzonica, grazie a un progetto del Pime-Pontificio istituto missioni estere rivolto ai giovani.
Credo che ognuno di noi sia nato con uno scopo e sia destinato a qualcosa di grande, e che la vita è ciò che ci permette di correre, cercare, esplorare, per scoprire il motivo per cui siamo scesi su questa terra. Ho solo 24 anni e non posso dire di averlo capito del tutto, né credo di essere già a metà strada. Però so con certezza che devo fare di tutto per trovare il senso di quella che chiamo “la mia missione”, il motivo per cui sono qui. Mi chiamo Miriam e nella vita sono una maestra di scuola dell’infanzia a Milano. Mi sento piena di obiettivi da raggiungere e sogni da vivere, e uno di questi si è realizzato proprio quest’estate. Da quasi dieci anni avevo un sogno: andare in missione, viaggiare dall’altra parte del mondo e vivere un’esperienza vera, profonda. In realtà, il mio desiderio era quello di fare un viaggio di volontariato, uno di quelli che ti cambiano, dove giochi con i bambini tutto il giorno e ti dai da fare per aiutare chi ha bisogno.
Così, quando ho finito l’università e ho iniziato a lavorare, ho deciso di intraprendere un cammino chiamato Giovani e Missione con il Pime (Pontificio istituto missioni estere) di Milano: un percorso di due anni, al cui centro c’è un’esperienza missionaria. Sì, un viaggio missionario, non un viaggio di volontariato. Ma questo, nel settembre 2024 (quando ho iniziato il primo anno del percorso al Pime), ancora non lo avevo realizzato. Questo cammino ti mette alla prova: testa la tua voglia di missione, scava in profondità e ti costringe a guardarti dentro, alla ricerca del tuo “io” più autentico. Una volta al mese, per un weekend, andavo a Villa Grugana (Lecco) insieme ad altri 35 ragazzi provenienti da Milano, Lecco e dintorni. Condividevamo domande, pensieri e la parte più vera di noi stessi. La particolarità di questo percorso è che non puoi scegliere né dove andrai né con chi. Gli educatori decidono per te. A noi restava solo una cosa da fare: dire sì e fidarci.
Dopo un anno, nell’agosto 2025, sono partita con la mia compagna di missione per Macapá, una città del Brasile, nello Stato di Amapá, a me del tutto sconosciuta fino ad allora. Abbiamo vissuto un mese con quattro suore Missionarie dell’Immacolata (le cosiddette "suore del Pime") provenienti da diversi Paesi. Con loro ho scoperto cosa significa essere missionarie in una comunità che non si è scelta, in una terra straniera, dove l’unica decisione vera è quella di seguire Gesù e portarlo in case dove, altrimenti, non entrerebbe mai. I missionari dedicano la vita a Dio, alla preghiera e alla diffusione della fede nei luoghi che più ne hanno bisogno. Con loro ho vissuto giorno per giorno e ho capito quanto sia importante avere una missione nella vita. Ma ho capito anche quanto possa essere difficile vivere per Gesù in un Paese lontano, dove a volte sembra che Lui sia l’unico su cui contare.
In Brasile la fede è vissuta in modo diverso rispetto a ciò che conosco, e anche questo è stato un dono: scoprire un altro volto della spiritualità. Durante una delle quattro settimane, ho vissuto su una barca con due padri del Pime, la cui missione è navigare per otto mesi all’anno sul Rio delle Amazzoni, portando il Vangelo e i sacramenti nelle isole più remote, dove non ci sono preti stabili né parrocchie. Le condizioni erano tutt’altro che comode, ma ho visto da vicino una vita fatta di dedizione, sacrificio e fede profonda. Tornata da questo mese, ho capito che non ho trovato tutte le risposte. Non ho colmato il mio desiderio di volontariato nel senso classico, non ho avuto la sensazione di essere “utile al mondo” come mi aspettavo. Ma ho visto altro.
Ho visto la fede instancabile dei missionari, la loro forza che non può venire solo da loro stessi. Ho visto bambini, sì: bambini desiderosi di ricevere la Prima eucarestia, comunità che vedono i preti solo due volte l’anno e li accolgono con feste e cibo in abbondanza. Ho partecipato a messe molto diverse da quelle a cui ero abituata, e talvolta anche a celebrazioni della Parola guidate dalle suore. Forse il Brasile non era il primo Paese dove avrei voluto andare. Eppure, proprio lì, ho visto e vissuto cose che altrove non avrei mai incontrato. Persone nel posto giusto al momento giusto, che mi hanno mostrato cosa significhi vivere in e per Gesù.
(Nelle foto di Miriam Dicembre: la missione a Macapá, nel Nord del Brasile)



