“Non un mio crimine, ma una mia condanna” è la campagna di sensibilizzazione europea di Bambinisenzasbarre in rete con Eurochips. Anche quest'anno la Campagna ha lanciato una petizione per richiamare gli Stati membri dell'Unione europea a riconoscere il diritto del milione di bambini, che ogni giorno entrano in carcere in Europea a mantenere il rapporto affettivo con il proprio genitore detenuto e migliorare le condizioni di visita e del colloquio unico strumento per la continuità del legame.
L'eurodeputata Patrizia Toia, vicepresidente del Gruppo Alleanza Progressista dei Socialisti e Democratici, ha fatto proprie le istanze di questa petizione e ha posto un'interrogazione alla Commissione europea in cui si richiede l'applicazione da parte di ogni Stato membro della risoluzione 2007/2116, approvata a marzo 2008.
In particolare, la Risoluzione ribadisce l'importanza di dare, da parte degli Stati membri, maggiore attenzione e informazione su questo gruppo di bambini che spesso sono “bambini invisibili”, un significativo miglioramento delle condizioni di visita dei bambini in carcere, un aumento delle ore di incontro con il loro genitore ed un incremento della consapevolezza e della formazione degli operatori penitenziari.
A tutti i bambini sia dato il diritto di essere bambini, chiede la petizione, «anche agli incolpevoli figli dei detenuti (100 mila in Italia): emarginati a scuola, nel quartiere, nel gruppo sociale di appartenenza, a continuo rischio di discriminazione ed esclusione sociale, ogni giorno sopportano il peso dei pregiudizi e della vergogna», scrive l’associazione. «La detenzione del proprio genitore li coinvolge, ne trasforma e stravolge la vita, rendendoli fragili sul piano psicologico».
Bambinisenzasbarre invita a firmare la petizione (lo si può fare sul sito www.bambinisenzasbarre.org), rivolta alla europarlamentare Jean Lambert (europarlamentare dell'anno per la Giustizia e i Diritti umani) nella quale l'associazione la sollecita «a fare tutto quanto in suo potere perché la risoluzione venga applicata per rispettare i diritti di questi bambini» presso le istituzioni dell'UE.
«Inammissibile che l’Europa stia ferma di fronte a una negazione così palese dei diritti dell’infanzia, diritti che sono scritti anche nella Carta dei diritti fondamentali», ha detto l’eurodeputata Patrizia Toia. «Ho raccolto l’appello della petizione presentando un’interrogazione alla Commissione Europea. Credo che la Commissione debba far fronte a quanto il Parlamento ha chiesto nella risoluzione del 13 marzo 2008 e di adottare una decisione quadro sulle norme minime di protezione dei diritti dei detenuti, ai fini di una maggiore armonizzazione delle condizioni di detenzione in Europa, in particolare per quanto attiene al rispetto delle esigenze specifiche dei bambini figli di detenuti».
L'eurodeputata Patrizia Toia, vicepresidente del Gruppo Alleanza Progressista dei Socialisti e Democratici, ha fatto proprie le istanze di questa petizione e ha posto un'interrogazione alla Commissione europea in cui si richiede l'applicazione da parte di ogni Stato membro della risoluzione 2007/2116, approvata a marzo 2008.
In particolare, la Risoluzione ribadisce l'importanza di dare, da parte degli Stati membri, maggiore attenzione e informazione su questo gruppo di bambini che spesso sono “bambini invisibili”, un significativo miglioramento delle condizioni di visita dei bambini in carcere, un aumento delle ore di incontro con il loro genitore ed un incremento della consapevolezza e della formazione degli operatori penitenziari.
A tutti i bambini sia dato il diritto di essere bambini, chiede la petizione, «anche agli incolpevoli figli dei detenuti (100 mila in Italia): emarginati a scuola, nel quartiere, nel gruppo sociale di appartenenza, a continuo rischio di discriminazione ed esclusione sociale, ogni giorno sopportano il peso dei pregiudizi e della vergogna», scrive l’associazione. «La detenzione del proprio genitore li coinvolge, ne trasforma e stravolge la vita, rendendoli fragili sul piano psicologico».
Bambinisenzasbarre invita a firmare la petizione (lo si può fare sul sito www.bambinisenzasbarre.org), rivolta alla europarlamentare Jean Lambert (europarlamentare dell'anno per la Giustizia e i Diritti umani) nella quale l'associazione la sollecita «a fare tutto quanto in suo potere perché la risoluzione venga applicata per rispettare i diritti di questi bambini» presso le istituzioni dell'UE.
«Inammissibile che l’Europa stia ferma di fronte a una negazione così palese dei diritti dell’infanzia, diritti che sono scritti anche nella Carta dei diritti fondamentali», ha detto l’eurodeputata Patrizia Toia. «Ho raccolto l’appello della petizione presentando un’interrogazione alla Commissione Europea. Credo che la Commissione debba far fronte a quanto il Parlamento ha chiesto nella risoluzione del 13 marzo 2008 e di adottare una decisione quadro sulle norme minime di protezione dei diritti dei detenuti, ai fini di una maggiore armonizzazione delle condizioni di detenzione in Europa, in particolare per quanto attiene al rispetto delle esigenze specifiche dei bambini figli di detenuti».



