Non vuole ricordare l’incidente. Non ne vuole parlare. Troppi ricordi dolorosi per Michele Specchiale che oggi è l’unico Dj al mondo dotato di braccio bionico all’avanguardia, capace di riprodurre i principali movimenti di una mano: come aprire e chiudere il pugno ma soprattutto unire pollice ed indice per afferrare oggetti sottili, fino a scratchare sulla console, funzioni che lui stesso programma al computer.

La sua storia sembra la trama di un film, con un lieto fine inaspettato. Si, perché Michele – all’epoca giovane studente di ingegneria, appassionato di meccanica e musica – ancora non sa che sulla strada del dolore incontrerà la donna con cui costruirà la sua famiglia.


La storia di Michele e Daniela


Siamo nei primi anni del 2000 e i destini di Michele e Daniela, che oggi hanno 41 e 35 anni, si incrociano nel centro protesi Inail di Budrio, Bologna. Lui viene dalla Sicilia, Grammichele, in provincia di Catania; lei è salernitana, del Vallo di Diano. Michele ha perso un braccio, quello sinistro, lei, Daniela, non ha entrambe le gambe a causa di un’auto che la investe a pochi passi da casa, a 17 anni.
 
Entrambi, a Budrio, sono in attesa delle protesi. Ma nel frattempo si conosco, parlano, si piacciono, e anche molto ma sanno che presto dovranno lasciarsi e che rivedersi non sarà cosa facile. Ma Michele è affascinato da Daniela e inizia a telefonarle, fino a che non decide di lasciare la Sicilia e di raggiungerla nel piccolissimo paese in provincia di Salerno dove vive con i suoi genitori.
 
Ufficializzano il fidanzamento non senza le preoccupazioni dei familiari, finché il loro amore – più forte di ogni disapprovazione – viene coronato con il matrimonio. Michele lascia definitivamente la Sicilia, si trasferisce nel salernitano, acquista un pezzettino di terra dove costruire casa e la loro unione continua fino ad oggi, a dieci anni dalle nozze, insieme alle loro due meravigliose bambine.
 
Michele, attraverso i social, è impegnato in una campagna sociale, di fede in Dio e di speranza per quanti vivono la sua stessa esperienza di vita. Una famiglia speciale ma anche normale, la loro. Michele racconta che in casa non hanno sedie a rotelle, né stampelle grazie alle speciali protesi che i tecnici e i medici del Centro di Budrio hanno costruito per loro. 
 
Lui cura il prato (5.000 metri quadri), coltiva verdure nel suo orto, Daniela bada alle bambine senza aiuti esterni. Ora una scuola di Milano ha offerto a Michele, gratuitamente, un corso di producer a distanza ma la cosa a cui entrambi tengono di più è di poter incontrare Gabry Ponte, noto disc jockey italiano, di cui – da sempre – sono irriducibili fan.