Il dittatore prova a reagire - a suo modo - stretto nella morsa del nuovo Nobel per la pace, delle pressioni internazionali per i detenuti politici - tra cui il cooperante italiano Trentini - e la speranza di pace di un intero popolo
Dopo aver spostato più volte il Natale dal 25 dicembre, il presidente e dittatore venezuelano ora vuole spingersi fino a inizio ottobre. Le ragioni non solo religiose, ma esclusivamente politiche
Il presidente Maduro rifiuta di indire elezioni anticipate e i governi Ue lo scaricano. Il governo italiano resta diviso e oggi il presidente Mattarella ha preteso "responsabilità e chiarezza".
Juan Guiadó si è autoproclamato presidente e ha il sostegno degli Usa, Maduro resiste e la Russia lo difende. Negli scontri di piazza 26 morti e 300 feriti. La preghiera del papa.
Si è insediata la Costituente che la Santa Sede chiedeva di sospendere. La Conferenza Episcopale Venezuelana: "Costituente illegale e immorale. Non è mai troppo tardi per tornare indietro e rispettare la volontà del popolo".
La giornata alle urne, il 30 luglio, è stata segnata da violenze e scontri sanguinosi. L'affluenza è stata bassissima. Il presidente Maduro prosegue nel suo obiettivo di riscrivere la Costituzione. Ma molti Paesi latinoamericani non riconoscono il voto. E gli Usa valutano sanzioni economiche.
Continuano senza sosta le proteste antigovernative, represse col pugno di ferro da parte delle forze dell'ordine. L'opposizione chiama i cittadini a decidere in un referendum se accettare o rifiutare le elezioni per l'Assemblea costituente fissate per il 30 luglio.
La gente è scesa per le strade per protestare contro la crisi economica, l'inflazione, l'alto tasso di criminalità. Il presidente Maduro grida al golpe e oscura i mezzi di informazione critici.