Nel Conclave del 2013 che elesse l’arcivescovo di Buenos Aires, Jorge Mario Bergoglio, il cardinale brasiliano Claudio Hummes, era seduto accanto al futuro Papa e al momento dell’elezione gli sussurrò all’orecchio: «Non dimenticare i poveri». E questo “consiglio” fu l’ispirazione per la scelta del nome di Francesco: «Io», raccontò Bergoglio ai giornalisti qualche giorno dopo l’elezione, «avevo accanto a me l’arcivescovo emerito di San Paolo e anche prefetto emerito della Congregazione per il Clero, il cardinale Claudio Hummes: un grande amico, un grande amico! Quando la cosa diveniva un po’ pericolosa, lui mi confortava. E quando i voti sono saliti a due terzi, viene l’applauso consueto, perché è stato eletto il Papa. E lui mi abbracciò, mi baciò e mi disse: “Non dimenticarti dei poveri!”. E quella parola è entrata qui: i poveri, i poveri. Poi, subito, in relazione ai poveri ho pensato a Francesco d’Assisi».
Il cardinale Hummes è scomparso lunedì a 87 anni dopo una lunga malattia. A dare la notizia «con grande dispiacere» il cardinale Odilo Pedro Scherer, arcivescovo metropolita di São Paulo in Brasile, che in un messaggio invita a levare preghiere in segno di ringraziamento per il defunto cardinale, chiedendo a Dio di accoglierlo e donargli la vita eterna. Il suo corpo, fa sapere Scherer, sarà esposto per la veglia funebre nella cattedrale di São Paulo, in Brasile, dove saranno celebrate Messe per i fedeli.
Originario di Montenegro, arcidiocesi di Porto Alegre, dove era nato l'8 agosto 1934, da una famiglia d’origine tedesca, Hummes aveva compiuto gli studi elementari nella sua città natale e quelli superiori nel seminario francescano di Taquari, nel Rio Grande do Sul. Come francescano – era entrato nell’Ordine dei Frati Minori nel 1956 – ha studiato filosofia a Garibaldi (RS) e teologia a Divinópolis (MG). Viene ordinato sacerdote a Divinópolis, Minas Gerais, il 3 agosto 1958. Dal 1959 al 1963 è stato a Roma dove consegue la laurea in filosofia, con la tesi Rinnovamento delle prove tradizionali dell'esistenza di Dio in L'Action di Maurice Blondel (1893), pubblicata a Braga nel 1964.
È stato professore di filosofia nel seminario francescano di Garibaldi, dove ha collaborato alla pastorale di una parrocchia (1963-1968). In quel periodo è stato anche consulente per l'ecumenismo della Conferenza Nazionale dei Vescovi del Brasile (1965-1968). Nel 1968 torna in Europa, per specializzarsi in ecumenismo presso l'Istituto Ecumenico di Bossey, a Ginevra, in Svizzera. Dal 1969 al 1972 è stato professore e rettore della facoltà di Filosofia di Viamão (RS), e allo stesso tempo a Porto Alegre professore di filosofia presso la Pontificia Università Cattolica e formatore degli studenti francescani di filosofia. Dal 1972 al 1975 è stato Superiore Provinciale dei francescani del Rio Grande do Sul, a Porto Alegre.
Il 22 marzo 1975 viene nominato vescovo titolare di Carcabia e coadiutore di Santo André, a São Paulo, con diritto alla successione. Due mesi dopo, il 25 maggio 1975, viene ordinato vescovo nella cattedrale di Porto Alegre dal suo professore e amico, monsignor Aloísio Lorscheider. Nei ventuno anni trascorsi a Santo André si distingue per la sua opera di difesa degli operai, di sostegno ai sindacati e per la partecipazione a scioperi quale vescovo responsabile della Pastorale Operaia in tutto il Brasile.
«I popoli indigeni chiedono alla Chiesa di essere al loro fianco»
I “poveri”, d’altra parte, sono sempre stati al centro della sua missione pastorale: dai popoli indigeni dell’Amazzonia ai missionari consacrati e laici; dagli assetati e affamati del Sud del mondo, agli operai mal pagati fino alle vittime dei cambiamenti climatici. Il 15 aprile 1998 viene nominato da Giovanni Paolo II arcivescovo metropolita di São Paulo. Qui dà un grande impulso alla pastorale vocazionale, alla formazione dei sacerdoti e all'evangelizzazione della città. Importante il ruolo svolto nel campo della comunicazione di massa, perché la Chiesa parli con la città, avvicinando i cattolici e portando il Vangelo alle famiglie. Il 31 ottobre 2006 Benedetto XVI lo nomina Prefetto della Congregazione per il Clero.
Ha partecipato al conclave dell’aprile 2005 che ha eletto Ratzinger e a quello del 2013 che ha eletto l’amico Bergoglio. Nel 2018 il cardinale Hummes viene nominato da Francesco membro del Consiglio pre-sinodale che ha collaborato con la Segreteria Generale nella preparazione del Sinodo per la Regione Panamazzonica che si è svolto a Roma nell’ottobre 2019. «I popoli indigeni», disse aprendo i lavori in qualità di relatore generale, «hanno manifestato in molti modi che vogliono il sostegno della Chiesa nella difesa e nella tutela dei loro diritti, nella costruzione del loro futuro. E chiedono alla Chiesa di essere un’alleata costante. Ai popoli indigeni deve essere restituito e garantito il diritto di essere protagonisti della loro storia, soggetti e non oggetti dello spirito e dell’azione del colonialismo di chiunque».
Nel 2020, anno di nomina come presidente della neonata Conferenza Ecclesiale dell’Amazzonia (istituita con un’apposita assemblea web come “strumento efficace” per concretizzare molte delle proposte emerse dal Sinodo) insisteva sull’“applicazione” delle indicazioni del Sinodo del 2019: «Il Sinodo è il punto alto che illumina le strade. Però continua adesso, tutto il processo continuerà anche nell’applicazione post-sinodale, nel territorio e in ogni luogo dove ci sia una connessione», disse, denunciando anche la «crisi climatica ed ecologica grave» che veramente mette «a rischio il futuro del pianeta e pertanto il futuro dell’umanità».