Contribuisci a mantenere questo sito gratuito

Riusciamo a fornire informazione gratuita grazie alla pubblicità erogata dai nostri partner.
Accettando i consensi richiesti permetti ad i nostri partner di creare un'esperienza personalizzata ed offrirti un miglior servizio.
Avrai comunque la possibilità di revocare il consenso in qualunque momento.

Selezionando 'Accetta tutto', vedrai più spesso annunci su argomenti che ti interessano.
Selezionando 'Accetta solo cookie necessari', vedrai annunci generici non necessariamente attinenti ai tuoi interessi.

logo san paolo
domenica 15 settembre 2024
 
 

Al Cottolengo, quando l'amore abbraccia la sofferenza

18/06/2015 

«Rimangono attuali motivazioni, stile e destinatari. Cambiano i modi». Suor Giuliana Galli, 80 anni, distilla così il carisma di Giuseppe Benedetto Cottolengo, il santo che fondò la Congregazione cui appartiene. «Nell’Ottocento, a Torino, il Cottolengo cominciò “per supplenza”, diremmo oggi. Si rimboccò le maniche e accolse malati, orfani, bambini abbandonati, disabili fisici e psichici, poveri. Il re Carlo Alberto si complimentò e lo incoraggiò. Ma lo Stato, allora come adesso, fatica a tenere il passo di chi nel nome di Cristo si consuma per gli ultimi».

La visita al Cottolengo significa riflettere sul limite e sul dolore, «che neppure Gesù spiega ma assume su di sé e redime». «Oggi», conclude suor Giuliana, «ci sforziamo di seguire l’esempio del Cottolengo in molte nazioni. Africa e Asia sono le nuove frontiere, da lì provengono anche molte vocazioni. Ovunque operiamo, cerchiamo di aggiornare la mappa delle urgenze, come facciamo ad esempio a Torino, con Mamre, che accoglie rifugiati e profughi, adulti e bambini».

 
 
Pubblicità
Edicola San Paolo