«L’Avvento, il quarto di questa guerra, viene vissuto con particolare intensità dagli abitanti di Zaporizhzhia. Attendiamo la fine del conflitto, ma la situazione sta diventando sempre più difficile». Dalla concattedrale di Dio Padre Misericordioso, monsignor Jan Sobilo, vescovo ausiliare della diocesi romano-cattolica di Charkiv-Zaporizhzhia, racconta con apprensione come gli abitanti della città capoluogo dell’omonima regione ucraina stanno vivendo. Il periodo pre-natalizio dell’Avvento è appena cominciato: tempo di attesa, di una fiducia che, dopo quasi quattro anni sotto i bombardamenti, è messa a durissima prova.

Nelle ultime settimane, le truppe russe hanno avanzato nella regione di Zaporizhzhia intensificando i loro attacchi e gli ucraini si sono dovuti ritirare da diversi villaggi dell’oblast sud-orientale. «La linea del fronte si avvicina lentamente alla nostra città. Riponiamo tutta la nostra speranza in Gesù, che viene come Principe della pace, solo Lui può donare la vera pace». Il vescovo non nasconde la drammaticità del momento: «La situazione a Zaporizhzhia sta peggiorando. La gente è mentalmente e fisicamente esausta a causa del forte, costante stress provocato dai bombardamenti».

L’incontro a Mosca fra Putin e gli inviati di Washington Steve Witkoff e Jared Kushner si è concluso di fatto senza progressi concreti, con il Cremlino che, da un lato, apre al piano di Trump e loda gli sforzi per arrivare a un’intesa, ma poi dice di non accettare una serie di punti e di condizioni, afferma che trovare una soluzione è difficile e prosegue di fatto con la strategia del non decidere nulla per prendere tempo, rimandare. E intanto continuare la sua offensiva militare su tutta l’Ucraina, prendendo di mira in primis le strutture energetiche: la notte scorsa l’attacco a un impianto energetico a Odessa ha lasciato 50mila persone senza elettricità. Putin, in viaggio in India per incontrare il premier Modi, è tornato a minacciare Kyiv in un’intervista al canale India Today dichiarando che se le truppe ucraine non si ritirano dal Donbas le forze russe lo conquisteranno con la forza.

Due giorni fa il leader del Cremlino ha detto che se l’Europa vuole iniziare una guerra contro Mosca, la Russia è pronta. Ha accusato gli europei di non avere «un programma pacifico» e ha ribadito che Mosca negozierà soltanto con l’amministrazione Usa, ha insinuato che l’Europa è di ostacolo agli sforzi degli Stati Uniti e di Donald Trump per arrivare alla pace, con il chiaro obiettivo – come da più parti è stato messo in evidenza – di creare una frattura fra l’Europa e gli Stati Uniti.

Per la pace, giusta, duratura e sostenibile, gli ucraini devono ancora aspettare. Mentre l’inverno avanza, le temperature calano, e gli animi sono sempre più stanchi, provati. «Siamo al freddo, senza luce per tante ore al giorno. Gli anni precedenti non era così. Adesso i russi stanno distruggendo le nostre strutture energetiche». A raccontare da Fastiv, nella regione di Kyiv, è Olena Furman, 41enne designer di gioielli, che lei realizza con i fiori locali, e insegnante nella scuola cattolica del Centro caritativo domenicano San Martino de Porres. «Ora è davvero molto dura e tante persone che conosco stanno male, sono cadute in depressione. E chi potrebbe andare all’estero non lo fa per non lasciare i familiari anziani, i genitori, i parenti».

Alcuni bambini alla messa delle 6 del mattino per l'Avvento nella chiesa dell'Esaltazione della Santa Croce, presso il Centro San Martino, a Fastiv.
Alcuni bambini alla messa delle 6 del mattino per l'Avvento nella chiesa dell'Esaltazione della Santa Croce, presso il Centro San Martino, a Fastiv.
Alcuni bambini alla messa delle 6 del mattino per l'Avvento nella chiesa dell'Esaltazione della Santa Croce, presso il Centro San Martino, a Fastiv.

Olena, spirito creativo, non si perde d’animo, non abbandona il sorriso, la positività che la contraddistingue. E affida la sua attesa di pace alla preghiera nel tempo di Avvento, insieme alla comunità cattolica del Centro San Martino. «Dal primo giorno e per tutto il periodo dell’Avvento partecipiamo alla messa alle 6 del mattino, nella chiesa domenicana dell’Esaltazione della Santa Croce». Una celebrazione molto suggestiva, spiega Olena: «Ci raccogliamo in chiesa a luci spente, con le candele accese. A queste messe di Avvento vengono adulti, ragazzi e bambini. Nei primi giorni la partecipazione è altissima, nonostante l’orario così faticoso. E ad essere molto presenti, con grande entusiasmo, sono i bambini. Mia figlia più piccola, Solomya, che ha 10 anni, si sveglia al mattino addirittura alle 4 per partecipare alla messa. Dice che le piace alzarsi così presto». E aggiunge: «Tanti bambini che alla domenica non vengono alla celebrazione eucaristica, partecipano a quella delle 6 del mattino durante l’Avvento. Come dice sempre padre Mykhailo Romaniv, il direttore del Centro, il periodo dell’Avvento, soprattutto per i più piccoli, ha un’atmosfera particolare, qualcosa di magico».