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Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella durante la cerimonia di accensione del braciere olimpico in vista dei Giochi di Milano Cortina 2026 che prenderanno il via il prossimo 6 febbraio, Roma, 5 dicembre 2025. // Italian President Sergio Mattarella during the lighting ceremony of the Olympic cauldron ahead of the Milan-Cortina 2026 Games, in Rome, Italy, 5 December 2025. The Milan Cortina 2026 Games will start on 6 February 2026. ANSA/ETTORE FERRARI
Se il Barone Pierre De Coubertin ha storto il naso dando un fremito ai baffoni, vedendo una radiosa rappresentante di uno sport superprofessionistico come il tennis, lui che non voleva né professionismo né donne, consegnare la lanterna con la fiamma olimpica di Milano Cortina 2026 al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, non lo sapremo mai. Perché i tempi sono cambiati in meglio.


A noi resterà il magnifico sorriso, tra l’emozionato e l’intimidito, che il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e Jasmine Paolini, a Parigi 2024 primo oro olimpico in coppia con Sara Errani della storia del tennis italiano, si sono scambiati all’atto della consegna della lanterna contenente il fuoco di Olimpia ricevuto da Jasmine in Grecia e depositato nelle mani del Presidente la sera del 4 dicembre. Sulla piazza del Quirinale, che è stato il custode della fiamma per la notte, il 5 dicembre alla presenza della presidente del Comitato olimpico internazionale Kirsty Coventry si compie il primo passaggio istituzionale di Milano Cortina 2026: la cerimonia dell’accensione del braciere da cui si attinge la fiammella che attraverso le fiaccole nelle mani dei tedofori, il 6 dicembre inizia il suo viaggio che si concluderà il 6 febbraio allo Stadio San Siro dove Presidente della Repubblica sarà chiamato a dichiarare aperti i Giochi di Milano Cortina 2026.
Non voleva donne e professionisti il Barone inventore dei Giochi moderni, ma ormai, a 130 anni dalla prima edizione, se ne sarà fatto una ragione. La storia, del resto, s’è incaricata di dimostrargli che s’era sbagliato su entrambi i fronti: le donne ormai sono metà della squadra olimpica e accettare progressivamente il professionismo alla lunga è stato il solo modo di salvare il livello dei Giochi e di non escluderne chi non fosse in condizioni di vivere di rendita, in definitiva un fattore di eguaglianza.


La fiamma di Milano Cortina s’è ufficialmente accesa nel Parco del Museo archeologico di Olimpia il 26 novembre utilizzando come da antica tradizione uno specchio parabolico concavo per concentrare i raggi del sole, anche se poi la consegna al primo tedoforo è dovuta avvenire al chiuso all’interno del Museo, a causa della pioggia.


È, quello dell’accensione del fuoco olimpico, unico atto che rimanda davvero al mondo classico e al fuoco sacro a Era, il momento in cui si entra definitivamente nell’atmosfera dei Giochi: di lì in poi anche gli scettici almeno un pochino si lasciano suggestionare, la fiamma scalda i cuori e spegne o forse solo mette nell’ombra i mugugni e i problemi, che pure sempre ci sono e ci saranno. Di lì fino all’attimo, sempre malinconico, del braciere che si spegne, è lo spirito olimpico a prevalere nell’aria, con i suoi riti e i suoi miti.
Il viaggio della fiamma di Milano Cortina 2026, iniziato in Grecia, comincia da Roma il 6 dicembre dallo Stadio dei Marmi del Foro Italico, di lì la fiamma olimpica che non deve spegnersi mai viaggerà di torcia in torcia per tutta Italia attraverso una staffetta lunga 12mila chilometri, sulle gambe di 10001 tedofori: persone comuni e simboli della storia dello sport- e non solo - italiano, la porteranno passando per 300 comuni e 101 province sostando in 60 città e illuminando i siti Unesco.


Un viaggio al ritmo di circa quattro chilometri all’ora (anche questo hanno calcolato, perché mica si può arrivare tardi all’appuntamento decisivo) che farà tappa a Cortina il 26 gennaio, giorno del 70° anniversario dell’Apertura di Cortina 1956, per approdare a Milano in tempo per accendere il tripode il giorno della Cerimonia, con appena quattro giorni di anticipo sul ventennale dell’inizio di Torino 2006: tradizione vuole che sia il momento più suggestivo tra i riti olimpici, quello in cui si innesca una gara con la storia a chi riesce a scegliere l’ultimo tedoforo più rappresentativo, avendo cura di nasconderne fino all’ultimo il nome, e a inventarsi il modo più fantasioso di illuminare i Giochi, che dovranno trovare il modo di far sentire tutti i loro partecipanti, ancorché per la prima volta sparsi su un territorio 22mila chilometri quadrati, uniti attorno al fuoco di Olimpia come fosse un focolare.
È la sfida non semplice che rende Milano - Cortina 2026 unica prima di cominciare. Anche perché per la prima volta nella storia i tripodi in cui arde il fuoco olimpico, accesi per tutto il periodo dei Giochi saranno due: uno a Milano e uno a Cortina.






