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sabato 21 settembre 2024
 
milano
 

Al liceo Fermi un Centro studi dedicato al poeta milanese Giancarlo Majorino

30/12/2021  Majorino è stato uno dei principali poeti del Novedento, molto legato alla sua città che lo ha insignito dell'Ambrogino d'oro, e lo ha accolto nel Cimitero monumentale. Il preside del liceo Fermi Giuseppe D'Arrigo, suo allievo e collaboratore, ne ricorda la grandezza e il suo ruolo di intellettuale

Il Centro studi Giancarlo Majorino all'interno del liceo Fermi
Il Centro studi Giancarlo Majorino all'interno del liceo Fermi

Giancarlo Maiorino, scomparso il 20 maggio scorso all’età di 93 anni, è stato uno studioso e poeta milanese, insignito nel 2007 del premio Ambrogino d’oro che viene dato ogni anno ai milanesi illustri. È stato molto legato alla città di Milano, a cui ha dedicato la sua prima opera poetica, nel 1959, La capitale del Nord.
Majorino è stato definito uno dei poeti tra i più significativi e ricchi di forme e pensiero critico, nell’arco dei decenni a cavallo tra il 900 e il nuovo millennio. Numerose le sue raccolte di poesie (tradotte in molte lingue), a cui si aggiungono anche opere teatrali e opere critiche. Nel 2005 contribuì alla creazione della Casa della poesia a Milano, di cui è staio il presidente. Era un luogo di incontri dei poeti, e favoriva l’incontro della poesia con le altre arti, Per una beffa del destino gli fu riconosciuta la legge Bacchelli un’ora dopo la sua morte. Non aveva figli, e affinché la sua eredità culturale non vada perduta il liceo paritario Enrico Fermi, nella persona del preside Giuseppe D’Arrigo, che di Majorino è stato allievo. amico e collaboratore, ha deciso di costituire un Centro studi aperto al pubblico che raccoglie i volumi della sua biblioteca personale, le sue pubblicazioni e che promuoverà conferenze su di lui coinvolgendo anche gli studenti stessi della scuola. Tra i progetti anche quello di pubblicare i suoi inediti tra cui un romanzo distopico, ridare vita a una rivista di cui si era occupato, e valorizzare tutti i suoi aspetti di docente, critico e poeta.
«Giancarlo Majorino è stato a lungo docente nei licei milanesi, e per un periodo anche qui al Fermi dove ha anche tenuto i suoi primi corsi di scrittura creativa e dove è nata la rivista Comete a cui partecipavano una ventina di intellettuali milanesi», dichiara il preside Giuseppe D’Arrigo. «Majorino è stato il mio insegnante di filosofia al liceo e successivamente fu proprio lui a segnalarmi che cercavano un docente di filosofia qui al Fermi; da quel momento sono rimasto in questa scuola di cui sono preside da quarant’anni. Negli anni gli sono sempre stato vicino, ho collaborato alle tante riviste a cui ha dato vita e ho apprezzato il suo pensiero anche filosofico, e sono stato incaricato da lui e dalla moglie Enrica, che è ancora in vita, di occuparmi dei suoi inediti. Così ho pensato di dedicare il nostro Centro studi a lui. La sua vita la contava in minuti e diceva che ogni attimo era irripetibile. Negli ultimi anni ha introdotto il concetto di dappertutto, una sorta di visione mistica dell’onnipresenza. Secondo lui ognuno di noi è uno e molteplice perché è il frutto anche dell’influenza degli altri. Era molto curioso delle vite, anche da molto anziano era contraddistinto da una grande vivacità nei confronti delle persone. Oltre ad aver studiato fino all’ultimo dei suoi giorni. Il suo poema è abbastanza complesso e ci vorranno ancora molti anni prima che sia analizzato appieno. Una figura che non va assolutamente dimenticata e la cui memoria cercheremo di tenere viva con il Centro studi Giancarlo Majorino». 

 

La lapide del Cimitero monumentale con il nome di Giancarlo Majorino
La lapide del Cimitero monumentale con il nome di Giancarlo Majorino

Giancarlo Majorino riposa nel Cimitero monumentale di Milano. Questa una sua poesia dedicata alla sua città
"O mia città"
O mia città vedo le porte gli archi
che un tempo limitavano il tuo cauto
intrecciarsi di case strade parchi
oggi spezzarti come una frontiera
o come una catena di pontili
congiungere le tue zone più vili
ai box del centro dove grandi banche
rivali o consociate in busta chiusa
dan vita o morte in crediti d’usura
legate col cordone ombelicale
del capitale e in loro trasformate
e quelle in queste ritmica simbiosi
le sedi razionali dell’industria
con l’asino alla mola e i nuovi impianti
la rapida salita - la discesa
più rapida - la sedia dei trent’anni
intorno curve schiene di negozi
la Galleria col tronco fatto a croce
in fondo oltre la Scala la gran piazza
Cavour congestionata la questura
la pietra dell’Angelicum trapassi
violenti e luminosi in via Manzoni
il tufo è ancora base ai grattacieli?

 
 
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