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martedì 11 novembre 2025
 
 

Al via il Ravenna Festival: trionfo per Muti e Gibboni

01/06/2025  Oggi e domani l'evento Cantare amantis est (frase di Sant'Agostino) nel quale il Maestro spiegherà a migliaia di corsiti e cantanti il segreti della coralità verdiana

(foto di Marco Borrelli)

Donde hay música no puede haber cosa mala, ovvero “dove c’è musica non ci può essere alcun male” è la frase tratta dal Don Quijote di Cervantes che fa da titolo alla XXVI del Ravenna Festival. E male non c’era, ma solo tanta bellezza nella serata inaugurale del Festival, sabato 31 maggio, al Palazzo Mauro De André di Ravenna. Il programma era già una promessa di bella musica: l’ouverture Coriolano di Beethoven, seguita dal Concerto n.4 in re maggiore per violino e orchestra di Mozart e, dopo la pausa, sontuosa conclusione con la Sinfonia n.7 in la maggiore op. 92 di Beethoven, il brano che Richard Wagner definì “l’apoteosi della danza”.

Cascate di applausi e ovazioni per Riccardo Muti, i giovani dell’Orchestra Cherubini e per il solista, il violinista Giuseppe Gibboni, 24 anni, vincitore nel 2001 del Concorso Violinistico Paganini, la cui carriera è ormai decollata a livello internazionale. Gibboni ha concesso anche un bis, lo splendido Adagio introduttivo della Sonata n.1 per violino.

Riccardo Muti, in forma smagliante e visibilmente contento, alla fine della serata ha ricevuto da Patrizia Cappuccilli il Premio Cappuccilli, intitolato al grande baritono scomparso nel luglio di venti anni fa. Con la figlia dell’ artista triestino, Muti ha rievocato aneddoti e curiosità della metà degli anni Settanta, quando incise Aida e Un Ballo in maschera con Cappuccilli e altri artisti dude calibro di Placido Domingo, Montserrat Caballé, Fiorenza Cossotto e Nicolai Ghiaurov. “Era un cast di prime donne, ma nessuno si comportava da prima donna”, ha ricordato Muti, rimpiangendo quell’epoca in cui c’era tempo e modo di provare a lungo con i cantanti prima degli spettacoli in teatro e prima delle incisioni discografiche.

Domenica 1 e lunedì 2 giugno il Ravenna Festival entra nel vivo con l’evento Cantare amantis est (Cantare è proprio di chi ama),  un progetto curato da Anna Leonardi e Michele Marco Rossi che avrà la forma di una masterclass guidata da Muti sulla coralità verdiana. All’evento sono iscritti 104 cori e 1.202 coristi singoli per un totale di 3.116 partecipanti da tutta Italia.

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