Con mamma Cristina
Tra i quindici Ambrogini d’oro, il premio che viene dato ogni anno dal comune di Milano ai cittadini che si sono distinti per la loro opera a favore della collettività, ci ha colpito molto quello assegnato a suor Anna Monia Alfieri, 45 anni, dal 2008 impegnata in una battaglia per il pluralismo educativo e la possibilità concreta per ogni famiglia di poter scegliere il tipo di scuola migliore per i propri figli senza doversene accollare in toto gli oneri. «Davvero non me lo aspettavo», commenta suor Anna Monia Alfieri. «Questa battaglia l’hanno portata avanti in tanti, ma forse anche per la mia tenacia e insistenza ne sono diventata una figura simbolo. L’ho scoperto a mezzanotte, quando sono stata svegliata dalle continue notifiche di whatsapp. Mi facevano tutti i complimenti per il premio, la cui notizia era uscita sui giornali in serata. Il Comune mi ha mandato la comunicazione ufficiale solo la mattina dopo».
Il premio, che consiste in una medaglia d’oro, sarà consegnato durante una cerimonia il 7 dicembre, giorno in cui a Milano si celebra il patrono della città Sant’Ambrogio, a palazzo Marino.
«In questo ultimo anno l’emergenza Covid ha reso ancora più urgente il discrimine che pesa in Italia sulle scuole paritarie e sulle famiglie che optano per esse. Quella che è sicuramente una tragedia è diventata anche un’opportunità per rendere palese ai governanti l’urgenza di intervenire per il pieno rispetto del diritto allo studio. E sono stati fatti grossi passi in avanti, come per esempio di 300 milioni stanziati per le rette. E il prossimo appuntamento è con l’approvazione della legge di bilancio in cui ci auguriamo siano incluse le nostre istanze, a beneficio di tutta la scuola italiana, non solo delle paritarie. Tra queste la deducibilità della retta secondo i costi standard di sostenibilità per allievo, il censimento dei docenti, e l’accordo per il trasporto pubblico e privato».
Il premio suor Anna Monia Alfieri lo dedica ai genitori, Cristina e Luigi (morto 4 anni fa a 63 anni per un tumore).
«Mi hanno educato cristianamente ma hanno anche sempre creduto che la cultura fosse uno strumento di libertà. E tutti e tre i loro figli hanno fatto scelte importanti, improntate al servizio verso gli altri. Io sono una suora, mio fratello Francesco, studioso di filosofia, è un francescano, l’altro mio fratello ha seguito la carriera militare con missioni nelle zone di guerra. Io ho espresso il mio desiderio di farmi suora per la prima volta a 7 anni, anche sull’esempio delle mie zie suore. Poi ho proseguito con gli studi e mi sono iscritta a giurisprudenza. Era attratta dalla carriera di magistrato perché erano gli anni di Falcone e Borsellino, ed ero sedotta dall’idea di poter dare la vita per testimoniare giustizia e libertà. Poi però ha prevalso la vocazione religiosa, e ho cominciato ad approfondire la vita di don Sturzo. Il mio proposito era di essere una suora impegnata nella società civile, E infatti ho anche preso una seconda laurea in Economia. Ho scelto l’ordine delle Marcelline per il loro impegno nel campo dell’educazione. E curiosamente ci vedo un segno del destino in questa scelta perché santa Marcellina era la sorella di sant’Ambrogio. Nelle nostre scuole cerchiamo di istillare negli studenti lo spirito critico e tra nostri ex allievi vantiamo personaggi del calibro di Samantha Cristoforetti e il beato Carlo Acutis».
Suor Anna Monia è una combattente, ha dovuto superare la diffidenza che ancora si nutre nei confronti di chi indossa l’abito da suora, e anche le fatiche di una prolungata malattia che l’ha costretta a subire numerosi interventi. Si divide fra tre ruoli: è la referente scuola di Usmi e Cism, le organizzazioni degli ordini maschili e femminilli che presiedono numerose scuole paritarie cattoliche, è la legale rappresentante delle dieci scuole delle Marcelline, e insegna management delle scuole paritarie all’Altis, scuola di alta formazione dell’università Cattolica. «Ci tengo a dare il giusto tributo all’impegno di padre Luigi Gaetani e suor Yvonne Reungoat, che rispettivamente a capo di Usmi e Cism hanno dato battaglia con me per i diritti delle scuole paritarie. L’Ambrogino non è da intendersi come un premio a una persona, ma a un’idea».