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martedì 22 aprile 2025
 
Crisi demografica
 

Anche la Cina alza l'età pensionabile

15/09/2024  Dal 2025 l’età pensionabile per gli uomini passerà da 60 a 63 anni, per le donne un po' meno: è un segnale del fatto che la crisi demografica cinese è sempre più grave

La Cina alza l'età per la pensione con un aumento progressivo che rappresenta una rivoluzione nel settore, i cui assetti risalgono agli anni '50. Secondo la decisione del Comitato permanente del Congresso nazionale del popolo, il ramo legislativo del parlamento, l'età pensionabile per gli uomini sarà portata da 60 a 63 anni nel corso di 15 anni a partire dal 2025, mentre quella per le donne con funzioni di quadro e le operaie sarà portata, rispettivamente, da 55 a 58 e da 50 a 55 anni. La mossa aggiorna le vecchie leggi sul lavoro e punta ad allentare le pressioni del rapido calo della forza lavoro. 

La misura è stata pensata per diminuire la pressione delle pensioni sulle finanze di Pechino, che sono in difficoltà visto l’aumento della popolazione anziana e con la Cina ormai entrata in inverno demografico. Infatti nel 2023 la popolazione cinese con più di 60 anni era composta da 297 milioni di persone, ovvero il 21,1 per cento della popolazione, in aumento rispetto ai 280 milioni dell’anno precedente. Questo, in congiuntura con il repentino calo delle nascite, sta rendendo sempre più insostenibile il sistema pensionistico: secondo un report l’Accademia cinese per le scienze, il sistema pensionistico del paese rischia di rimanere senza soldi entro il 2035, e già adesso quasi una provincia cinese su tre è in deficit a causa di spese pensionistiche elevate. Nel complesso il costo delle pensioni cinesi supera il 5 per cento del Pil (prodotto interno lordo), una cifra elevata per un paese considerato ancora “in via di sviluppo” e relativamente povero in media visto il miliardo e mezzo di cinesi. Per fare un confronto, un Italia, uno dei paesi più anziani al mondo insieme al Giappone, la spesa pensionistica è poco più del 15 per cento del Pil.

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