La cover del libro
Dall’inizio della pandemia, alle finestre di tutt’Italia sono apparsi tanti disegni di arcobaleni con la scritta «Andrà tutto bene». Un flash mob rassicurante attraverso il quale i bambini e i loro genitori hanno espresso la loro speranza in un momento di grande angoscia e l’hanno resa collettiva. La speranza cristiana, però, è qualcosa di ancora più profondo. Ne parlano il giornalista Saverio Gaeta e il teologo Luigi Maria Epicoco nel loro nuovo libro pubblicato dalle Edizioni San Paolo in uscita dal 5 giugno: La speranza non è morta. Parole di fede in tempo di crisi. Per i credenti, spiega don Epicoco, «Andrà tutto bene» non significa semplicemente augurarsi di «farla franca per questa volta», perché comunque «di qualcosa moriremo per forza», prima o poi. È invece la certezza che, nonostante la morte, andrà tutto bene perché «Gesù è l’ultima parola», una parola di misericordia e salvezza. Il libro è un dialogo a due tra il giornalista e il giovane prete che si pongono un obiettivo ambizioso: nel mondo «messo sottosopra dal virus» occorre offrire non generica consolazione ma «parole di speranza e di fede».
Perché, ragiona Gaeta, «miliardi di persone si sono contemporaneamente interrogate sul significato della sofferenza e sul senso di questa pesantissima prova», ma tanti potrebbero non aver trovato una risposta. Infatti, chiarisce don Epicoco, «non è scontato che vivere una situazione drammatica ci porti automaticamente a comprenderne il senso: la sofferenza, infatti, la si può anche soltanto subire, la si può nascondere perfino a se stessi, si può apparentemente andare avanti come se nulla fosse, in quanto semplicemente non si ha una risposta di fronte a questo enorme interrogativo».
Ecco, allora, che i due autori si pongono tante domande e provano a trovare le risposte nella tradizione e nella spiritualità cristiana: perché è accaduto tutto questo? C’è un messaggio che Dio vuole darci? Come dobbiamo rispondere? Cos’è la vera libertà? Ma anche questioni più contingenti come: cosa ci lasciano le esperienze di cyber pastorale nel tempo del virus come le Messe e i rosari via internet?
La prova della pandemia, secondo don Epicoco ci lascia la riscoperta di un insegnamento vecchio di duemila anni: «Qualunque cosa accadrà, il Signore ha il potere di salvarla, cioè di riempirla di significato. Lui è l’Alfa e l’Omega, “la” fine e “il” fine di tutto. L’ultima parola è sempre la sua, non la parola degli eventi, non la parola del male. La rivelazione di Gesù è fondamentalmente l’affermazione che la Misericordia è divenuta un fatto. E quando una persona fa memoria di questo bene ultimo, che si trova nascosto in tutti gli eventi e anche al fondo della propria vita, porta avanti l’esistenza con una fiducia, un abbandono e una serenità che generalmente non sarebbe normale mantenere».