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domenica 16 marzo 2025
 
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Andrea Camilleri, una penna che ha scritto pagine di storia

17/07/2019  Quel giorno a Palermo nella sede della casa editrice Sellerio. L'incontro. La chiacchierata. Quella visione dell'uomo e della storia. Era il 2005...

La scomparsa dello scrittore siciliano Andrea Camilleri rimanda ad un particolare “appuntamento con la Storia” avvenuto a Palermo, nella prima decade di settembre del 2005.  Nel salotto della casa editrice Sellerio, in via Siracusa 50 (in quel tratto di strada oggi denominato Via Enzo ed Elvira Sellerio, in onore dei due fondatori), si festeggiavano gli 80 anni di Andrea Camilleri, con la sua presenza “di persona pirsonalmente” (per parafrasare Catarella, uno dei personaggi più folkloristici dei gialli del commissario Montalbano). La festa palermitana seguiva quella romana e precedeva quella organizzata nella sua cittadina natale, Porto Empedocle (la Vigata dei suoi romanzi).

L’evento palermitano nella sede della Sellerio era doppio: pranzo con i giornalisti, cena con scrittori, vip e amici. Nonostante fossi giornalista solo da 3 anni, già avevo recensito numerosi romanzi di Camilleri e fui invitato sia alla festa mattutina (grazie a Valentina Lo Valvo dell’Ufficio Stampa), sia alla festa serale (grazie ai Sellerio).

“Piacere Maestro, finalmente la conosco dal vivo e non solo sulle pagine dei libri”, dissi dopo le presentazioni di rito.

“Non depone bene il chiamarmi maestro, non mi piace essere appellato in questo modo”, rispose Camilleri tra il serio e il faceto.

Imbarazzato cercai di rimediare: “Sono un suo fan. Sono onorato per il fatto che La forma dell’acqua sia stato il mio primo romanzo letto al compimento dei 18 anni e che Il Giro di Boa sia stato il suo primo libro da me recensito. Entrambi rientrano nella mia personale top ten dei preferiti”.

“Complimenti per le belle recensioni, si vede che sono state scritte da affezionato lettore prima che da giornalista”, rispose Camilleri.

“Grazie! Vorrei proporre ai giornali con cui collaboro un articolo di colore su questo incontro e su questa festa, cosa ne pensa?”, chiesi.

“Qualora lo scrivessi nei prossimi giorni, sarebbe appunto solo un pezzo di colore, a cavallo con la cronaca bianca. Ma nel caso in cui lo scrivessi tra 20 anni, quando non ci sarò più, diventerebbe un articolo storico”, osservò in maniera ineccepibile e convincente.

Finito il mio turno, Camilleri si intrattenne con ognuno degli altri giornalisti invitati. Tra gli altri, vi erano Davide Camarrone della Rai (futuro giallista sulle orme dello scrittore di Porto Empedocle), Franco Nicastro dell’Ansa (ultimo vicedirettore del quotidiano L’Ora dove scrisse anche Camilleri), Giancarlo Macaluso del Giornale di Sicilia (con cui conversarono di amici in comune) e Salvatore Ferlita di La Repubblica (critico letterario).

Il tormentone di quei mesi (e del futuro) riguardava l’ultimo giallo di Camilleri e la voce insistente che fosse stato consegnato ad Elvira Sellerio per conservarlo in cassaforte al fine di essere pubblicato post mortem. Ma il commissario Montalbano sarebbe morto insieme al suo Autore oppure sarebbe sopravvissuto? Andrea Camilleri ed Elvira Giorgianni Sellerio si divertivano a spiazzare i giornalisti e a fare il gioco delle parti. In realtà, il mistero si protrasse per anni fino al 2017, quando Camilleri confessò alla fiera “Più Libri Più Liberi” di Roma che Montalbano non sarebbe morto, ma neanche sarebbe sopravvissuto al suo Autore, quanto piuttosto probabilmente sarebbe sparito senza lasciare tracce.

Archiviato il momento conviviale con i giornalisti, un parterre di autori, vip e amici animò la festa serale del 9 settembre 2005. Camilleri era accompagnato dall’agente letteraria, addetta stampa e fedele collaboratrice Valentina Alferj. Erano presenti anche due protagonisti della cultura siciliana recentemente scomparsi come Nino Buttitta (antropologo, figlio del poeta dialettale Ignazio e cofondatore della casa editrice - insieme allo scrittore Leonardo Sciascia, al fotografo Enzo Sellerio e ad Elvira Giorgianni) e Francesco Renda (storico di fama, parlamentare comunista e sindacalista sopravvissuto alla strage di Portella della Ginestra grazie ad un provvidenziale incidente stradale). Tra gli scrittori, erano presenti anche i giallisti Santo Piazzese (biologo e autore dei “Delitti di Via Medina-Sidona) e Gian Mauro Costa (giornalista della Rai). 

A fare gli onori di casa, oltre ad Elvira Giorgianni Sellerio, anche i figli Antonio (attuale responsabile della casa editrice) ed Olivia (cantante ed autrice della splendida colonna sonora della serie televisiva sul Commissario Montalbano e sul giovane Montalbano).

Camilleri era felice per l’affetto dei partecipanti e per i regali ricevuti, tra i quali spiccavano il dono di Elvira Sellerio (un prezioso libro fuori commercio con tutte le copertine dei suoi libri, compresi quelli editi da altri importanti editori, come Mondadori e Rizzoli) e l’originale regalo del “Camilleri Fans Club” (un elegante contenitore, con tutte le cartoline di auguri dei lettori iscritti, chiuso da un fiocco blu e presentato con la frase “Buon compleanno Sommo”).

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