SI parla ancora di pandemia, di povertà, di paura, di mancanza di prospettive. Aprendo il Consiglio permanente della Cei, il cardinale Gualtiero Bassetti ha ricordato quanto sia importante ascoltare i bisogni dei fedeli e delle comunità per lavorare insieme per il bene comune. Uno sprone lo dà anche il cammino sinodale «che parte dalla Parola di Dio “per praticare la misericordia», ovvero per uscire dal cortile dell’individualismo e avviarsi insieme verso gli orizzonti grandi della fraternità». Un cammino che chiede ascolto dei fedeli, «siano essi presbiteri, religiosi o laici. Anche tra loro vediamo annidarsi e talvolta manifestarsi, in modo scomposto, il segno tangibile della paura. Si coglie un timore profondo non solo per il presente, ma anche per il futuro. Molti, soprattutto tra i giovani, si sentono defraudati di qualcosa che invece sarebbe stato accordato ad altre generazioni del passato. Non mancano certo le ragioni di preoccupazione per la salute pubblica, per l’economia e, più in generale, per la tenuta sociale del Paese». Un tempo di sofferenza, spiega il cardinale, che va vissuto con fede speranza e carità. Cercando di coinvolgere, innanzitutto i giovani. Il presidente della Cei ricorda che l’Unione europea ha dichiarato questo l’Anno dei giovani. «Le statistiche», denuncia Bassetti, «sono indubbiamente preoccupanti: i figli stanno peggio dei genitori, i nipoti peggio dei nonni. In Italia la povertà cresce al diminuire dell’età. Oltre l’80% delle diocesi segnala la prevalenza di povertà e bisogni legati al mondo giovanile. I giovani forse sono i più colpiti dalla pandemia, ma possono anche essere gli artefici di questo “cambiamento d’epoca”, di questa inversione di tendenza». In tanti hanno voglia di partecipare come dimostra l’alto numero di persone sotto i 34 anni che ha cominciato a fare volontariato. Una ricchezza, quella dei giovani, che si sta preparando a farsi notare per l’incontro con il Papa in programma il 18 aprile.
Non poteva mancare un accenno alla elezione del presidente della Repubblica rispetto alle quali il cardinale si chiede se «il Parlamento in seduta comune saprà cogliere il desiderio di unità, di dialogo, di solidarietà espresso dal Paese». Uno spirito che il Paese ha ritrovato in Sergio Mattarella «il cui esempio di uomo e di statista si pone ora come un limpido punto di riferimento nelle scelte che devono essere compiute alla luce della Costituzione». Ma che si è manifestato anche in occasione della prematura scomparsa di David Sassoli. «Sarebbe un’imperdonabile superficialità», dice il Presidente della Cei, «non dare ascolto a questo sentimento collettivo che trova il suo fondamento nel lascito umano e ideale di Sassoli. Nel suo impegno professionale e come uomo delle istituzioni europee, egli si è sempre speso per una società più solidale e più attenta ai bisogni dei giovani e degli ultimi, sostenendo in ogni sede la necessità di abbattere muri e costruire ponti».
Ce n’è bisogno in un momento di grandi tensioni anche vicino a noi. La questione dell’Ucraina, per la quale il 26 papa Francesco ha chiesto una giornata di preghiera, m anche le difficoltà di tanti Paesi del bacino mediterraneo. Su questo si confronteranno a Firenze, dal 23 al 27 febbraio, sindaci e vescovi «a due anni dalla prima edizione svoltasi a Bari» per «una rinnovata attenzione e di un impegno di dialogo, fondamentali per costruire percorsi di fratellanza. Non possiamo voltarci dall’altra parte, perché la questione ci riguarda: gesti decisivi, come la firma del Trattato contro le armi nucleari, possono aprire grandi orizzonti».
La pandemia ci ha insegnato che tutto è connesso e, con questa convinzione bisogna guardare alla tutela soprattutto die più deboli, delle persone con i redditi più bassi, di quelle che rischiano di essere “scartate”. In questo contesto, dice il cardinale, preoccupa «l’iniziativa referendaria che punta a liberalizzare l’omicidio del consenziente facendo leva su situazioni che richiederebbero ben altro tipo di risposte. È in queste situazioni di estrema
fragilità che il nostro ascolto si fa accompagnamento e aiuto, necessari a ritrovare ragioni di vita». Il cardinale pensa anche alla copertura vaccinale e all’impegno per non far mancare questo strumento di protezione alle società più povere . Infine un pensiero ai medici, agli infermieri, ma anche ai tanti sacerdoti che si sono spesi e si stanno spendendo in questo tempo di pandemia anche a costo della vita.
«Vi siete adoperati in ogni modo e in ogni tempo, facendo sperimentare al popolo affidatovi dal Signore, che poteva contare sempre su di voi. Nonostante le difficoltà reali, avete attinto dalla relazione con Dio in Cristo la forza per portare ovunque, animati dallo Spirito, annunci di gioia, di speranza, di senso, di prossimità. Camminando nel quotidiano guidati dal Vangelo, vi siete lasciati accompagnare dalle donne e dagli uomini consacrati che, come voi, si sono impegnati nella Chiesa per il mondo a vivere con passione il Vangelo. Anche nei momenti più critici sono rimasti in trincea, per
custodire e curare con voi, carissimi sacerdoti, il terreno per liberare l’umanità da tante sofferenze».