Parla con chiarezza monsignor Giuseppe Baturi, segretario generale della Cei. Al termine del Consiglio permanente, nel dialogo con i giornalisti, affronta il tema degli abusi ai minori. . «Anche io ci metto la faccia», dice spiegando che la Confferenza episcopale ha avviato «uno studio pilota sugli abusi commessi da chierici in Italia tra il 2001 e il 2021», pilota perché «dopo questo studio si continuerà ad ampliare l’indagine. Il nostro è uno sforzo di prevenzione per rendere i nostri ambienti più sicuri e per sollecitare a rivedere i criteri di sicurezza in tutti gli altri ambiti della società. Ora guardiamo a ciò che emerso, ma l'intenzione è quella di andare oltre, per far emergere il sommerso e contribuire così alla giustizia e alla verità». Parlando del dossier di Bolzano ha sottolineato che «vedremo se altre iniziative del genere possono accompagnare questa indagine», cioè il progetto pilota della Cei, «anche attraverso la collaborazione con le istituzioni pubbliche. Vogliamo avviare un percorso che tenda ad incidere su tutte le diocesi». Sul caso di piazza Armerina, con il processo di secondo grado a carico di Giuseppe Rugolo, il sacerdote condannato in primo grado a 4 anni e 6 mesi per violenza sessuale su minore, e il rinvio a giudizio del vescovo Rosario Gisana, il segretario della Cei rivolge il suo primo pensiero alle vittime: «Non possiamo non pensare alle vittime», dichiara. Aggiungendo che il vescovo della diocesi siciliana «si dice sereno, adesso vi è la necessità che il processo accerti la verità e la Cei collaborerà».
Prioritario è il supporto alle vittime e la vicinanza a loro. Non è un caso, ricorda monsignor Baturi che, nell’ultima Giornata di preghiera per le vittime di abusi i sussidi siano stati preparati insieme con loro e con le loro famiglie.
Sul piano politico il segretario della Cei plaude all’impegno dei cattolici e alle iniziative come quelle di Milano e Orvieto. Guardiamo «con fiducia a queste esperienze», dice. Se «ce ne fossero altre venti saremmo più contenti. È un fermento che ci dà speranza».
In ambito sociale il direttore della Caritas don Marco Pagniello presenta il progetto del microcredito sociale, per aiutare i più poveri, compresi i carcerati a reinserirsi nella società e a superare le situazioni di difficoltà. Si parla di un fondo di microcredito destinato a persone fisiche per affrontare spese impreviste. L'obiettivo è raccogliere 30 milioni di euro per prestiti fino a 8.000 euro, evitando che i fondi alimentino pratiche sbagliate come quelle dell’azzardo.
Sulla politica internazionale, poi, mentre la Cei accoglie con favore la tregua a Gaza e si appresta a riprendere i pellegrinaggi in terra Santa anche per portare la propria solidarietà ai cristiani palestinesi che tanto hanno sofferto in questi mesi di guerra e di assenza di pellegrini, sulle parole di Trump monsignor Baturi non ha tentennamenti: «A noi interessa la dignità dell'uomo, la protezione della vita che si misura in termini di accoglienza e accompagnamento. Politiche, o anche parole, che possano essere un danno alla dignità dell'uomo troveranno il nostro dissenso. Già parlare degli uomini in questo modo, da qualunque parte arrivi, fa male».