Mentre il drappo scende, svelando il volto di Carlo Acutis appena proclamato beato, i suoi genitori Andrea e Antonia portano processionalmente all’altare la reliquia del cuore del loro figlio. A presiedere la Messa solenne, concelebrata fra gli altri da due porporati e nove vescovi, il cardinale Agostino Vallini, rappresentante di Papa Francesco e legato pontificio per le basiliche di San Francesco e di Santa Maria degli Angeli, che chiede di abbracciare entrambi. È forse il momento più toccante del rito svoltosi oggi pomeriggio nella basilica superiore di San Francesco, con migliaia di persone che lo hanno seguito nelle piazze della cittadina umbra e in collegamento in tutto il mondo: ben 180 emittenti televisive hanno chiesto il segnale per trasmettere la beatificazione. In prima fila, con i genitori di Carlo, anche i fratelli gemelli nati nel 2010, dopo la sua morte: Michele e Francesca. «Viene spontaneo domandarsi: che cosa aveva di speciale questo ragazzo di appena quindici anni? Era un ragazzo normale, semplice, spontaneo, simpatico: basta guardare la sua fotografia. Amava la natura e gli animali, giocava a calcio, aveva tanti amici suoi coetanei, era attratto dai mezzi moderni della comunicazione sociale, appassionato di informatica. Fin da bambino - ce lo testimoniano i suoi familiari - sentiva il bisogno della fede e aveva lo sguardo rivolto a Gesù», ha ricordato il cardinale Vallini nell’omelia. «L’amore per l’Eucarestia fondava e manteneva vivo il suo rapporto con Dio. Ogni giorno partecipava alla S. Messa e rimaneva a lungo in adorazione davanti al Santissimo Sacramento. Era convinto che per amare le persone e fare loro del bene bisogna attingere l’energia dal Signore».
La testimonianza della sua fede «lo spinse con successo ad intraprendere un’opera di evangelizzazione assidua negli ambienti che frequentava, toccando il cuore delle persone che incontrava e suscitando in esse il desiderio di cambiare vita e di avvicinarsi a Dio. Per comunicare questo bisogno spirituale si serviva di ogni mezzo, anche dei mezzi moderni della comunicazione sociale, che sapeva usare benissimo, in particolare Internet, che considerava un dono di Dio ed uno strumento importante per incontrare le persone e diffondere i valori cristiani. Questo suo modo di pensare gli faceva dire che la rete non è solo un mezzo di evasione, ma uno spazio di dialogo, di conoscenza, di condivisione, di rispetto reciproco, da usare con responsabilità, senza diventarne schiavi e rifiutando il bullismo digitale». A questo scopo «si impegnò ad organizzare la mostra dei principali miracoli eucaristici avvenuti nel mondo, che utilizzava anche nel fare catechismo ai bambini. Era molto devoto della Madonna, recitava ogni giorno il Rosario, si consacrò più volte a Maria». La sua beatificazione, ha concluso il porporato, «è una buona notizia, un annuncio forte che un ragazzo del nostro tempo, uno come tanti, è stato conquistato da Cristo ed è diventato un faro di luce per quanti vorranno conoscerlo e seguirne l’esempio».
Prima e dopo il rito, in piazza a Santa Maria degli Angeli si sono susseguite testimonianze e canzoni dedicate a Carlo Acutis, con la conduzione della giornalista Safiria Leccese. «In Polonia lo vogliono proclamare patrono della gioventù polacca», ha riferito il padre cappuccino Carlos Acácio Gonçalves Ferreira, rettore del santuario della Spogliazione dove si può venerare la tomba di Carlo e dove l’adolescente andava a Messa quando era ad Assisi. «I pellegrini si sentono chiamati e accompagnati da lui, avvertono la vicinanza di questo ragazzo nei momenti di prova, a livello spirituale e fisico. Alcuni mi raccontano di avvertire una pace immensa, più speranza». E fra Alessandro Brustenghi, che ha cantato con Marco Mammoli, ha sottolineato: «Una presenza e luminosità come la sua non possono sfuggire; era innamorato come san Francesco dell’Eucaristia. Si lascia scoprire quotidianamente, ha la caratteristica di un amico».
Lunedì 12 alle ore 18 il vescovo di Assisi Domenico Sorrentino presiderà la prima messa nella memoria liturgica del nuovo beato fissata nel giorno della sua nascita al cielo.