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lunedì 28 aprile 2025
 
Pellegrinaggi
 
Credere

Enrico Brizzi: camminare è riscoprire l'essenziale

08/10/2020  «Calcando le orme di chi ha desiderato convertirsi arrivi a porti domande sull'Assoluto», dice lo scrittore e camminatore, autore del libro "L'estate del gigante. Viaggio a piedi intorno al Monte Bianco" (Ponte alle Grazie). Ecco perché sempre più persone percorrono le antiche vie di pellegrinaggio

ETÀ 45 anni
PROFESSIONE Cammina e scrive reportage
ESPERIENZE DI FEDE Cresciuto negli scout cattolici Agesci
FAMIGLIA Ha 4 figlie

In passato chi compiva un pellegrinaggio lo faceva soprattutto per tre motivi: convertirsi, chiedere una grazia o fare penitenza. Oggi è sorprendente la riscoperta, da parte di persone di tutte le età, di vie di pellegrinaggio percorse fin dai primi secoli cristiani. Nel 2019 il cammino di Santiago ha segnato un nuovo record, con circa 350 mila pellegrini giunti a piedi nel capoluogo della Galizia, dove – secondo la tradizione – sarebbe sepolto l’apostolo Giacomo. Ma a vedere crescere il numero di viaggiatori in cammino è anche la via Francigena, ovvero quel fascio di tracciati, detti anche Vie romee, che nel Medioevo erano percorsi dai pellegrini dell’Europa occidentale che si recavano a Roma; e dalla capitale della cristianità c’era poi chi proseguiva per la Puglia per imbarcarsi verso la meta delle mete: Gerusalemme. Dopo il confinamento imposto dal Covid-19, e anche per evitare i luoghi affollati, i cammini sono stati vissuti come un modo sostenibile e sicuro di viaggiare, alla riscoperta di ritmi più lenti in armonia con la natura. Ma è solo questo il motivo del loro successo?

IN CAMMINO FIN DA BAMBINO

  

Se c’è qualcuno che può saperlo è lo scrittore Enrico Brizzi, un camminatore che non si ferma mai. Jack Frusciante è uscito dal gruppo – il suo libro d’esordio, nel 1994, quando non era ancora ventenne – divenne l’icona di un’intera generazione. Da allora Brizzi ha continuato a scrivere romanzi di successo, ma si è sempre più dedicato anche alla letteratura di viaggio e al racconto dei suoi cammini. Uno dei suoi libri più recenti è L’estate del gigante. Viaggio a piedi intorno al Monte Bianco (Ponte alle Grazie). Ma la sua è una passione che arriva da lontano: a mettere un piede dopo l’altro, Brizzi ha cominciato da bambino, insieme al suo gruppo scout, e ne ha fatto una costante della sua vita. Nell’estate del 2006 ha compiuto, insieme a una staffetta d’una dozzina di amici, un viaggio a piedi fra Canterbury e Roma. Due anni dopo ha intrapreso un viaggio sulle orme dei pellegrini medievali durato oltre due mesi, fra Roma e Gerusalemme. Dopo il lockdown e il confinamento in casa che ha vissuto ad Asiago, in provincia di Vicenza, ha già compiuto quattro cammini, da cui ha tratto reportage e racconti di viaggio.

PER I PELLEGRINI DI DOMANI

«A marzo sono andato ad Asiago in una casa di famiglia», racconta. «Contavo di restare due settimane e sono diventati tre mesi. Non appena c’è stata la riapertura sono tornato a piedi nella mia città, Bologna, facendo tappe in luoghi che segnano la storia della mia famiglia e dando appuntamento lungo la strada ad amici che vivono in Veneto, Lombardia, Emilia Romagna. Sembrava di dare il risveglio, dopo il letargo, alle relazioni. Ed è stato toccante vedere i luoghi che si ridestavano. Per un attimo sembrava che gli italiani si fossero messi tutti a camminare. Man mano che ci si avvicinava ai centri di qualche rilievo, sugli argini dei fiumi, sui sentieri agricoli, erano tutti in giro a piedi». Il secondo cammino dopo la quarantena è stato da Asiago al lago di Garda, questa volta lungo il percorso tematico della Grande guerra, percorrendo la strada delle 52 gallerie verso il monte Pasubio. E poi da Como all’inizio della Valtellina, lungo la sponda occidentale del lago. Il 25 settembre Brizzi è ripartito con il gruppo di camminatori che ha fondato, Gli psicoatleti, da Milano a piedi verso l’abbazia di San Fruttuoso in Liguria. Questa volta con un obiettivo benefico: «Abbiamo inaugurato una campagna di raccolta fondi online per comprare 500 alberelli da piantare lungo la via Francigena», spiega. «Dopo tanti anni in cui abbiamo goduto di segnavia, cartelli, semplici racconti e informazioni che arrivavano dalla comunità di camminatori, pellegrini e viandanti, l’idea è provare a restituire qualcosa. Vogliamo fare la nostra parte per regalare qualcosa di piccolo ma buono ai pellegrini di domani, a chi passerà da questi luoghi quando gli alberelli saranno cresciuti e potranno regalare un po’ di ombra, e svolgere la loro funzione ecologica nel compensare le emissioni di anidride carbonica».

OGNI PASSO UNA RIFLESSIONE

  

A spingere sempre più persone a percorrere i cammini è, secondo Brizzi, il desiderio di riscoprire l’essenzialità, ma anche un bisogno di ricerca interiore: «Ho avuto un’educazione cattolica e sono cresciuto negli scout, ma mentirei se dicessi che non ho dubbi di fede», dice Brizzi. «Ripercorrere le antiche vie di pellegrinaggio non è, però, come fare un cammino qualsiasi. E credo che questo non valga solo per me. Ricordo un viaggio a piedi di ormai dodici anni fa, a Gerusalemme. Eravamo solo cinque persone ma il nostro gruppo riassumeva tutte le posizioni verso la spiritualità della società moderna: c’era l’ateo scientista, il cattolico praticante, quello cresciuto in ambito cattolico ma con antenati ebrei. Quel viaggio ha colpito tutti quanti in modo dirompente. Oltre a metterci di fronte agli aspetti ricorrenti in ogni cammino – imparare a gestirsi da soli, prendere decisioni, separare quello che è essenziale dal superfluo – ha spinto tutti, ciascuno a partire dalla propria sensibilità, a riflettere sull’Assoluto. È impossibile fare un viaggio nella culla del cristianesimo senza farsi domande antichissime: perché siamo qui, cosa succederà dopo, se esiste qualcosa oltre agli aspetti materiali dell’esistenza. Nella nostra società fatta di pc e mail, compressi dalla necessità di farci trovare aggiornati sull’ultima polemica del giorno, è difficile porsi delle domande profonde, spirituali. Quando invece ti svegli all’alba, fai colazione, chiudi lo zaino e parti – e il tuo unico compito materiale, pratico, è raggiungere la tappa della sera – la testa ha la possibilità di lavorare in maniera molto, molto diversa». «I motivi classici per cui si fa un pellegrinaggio a piedi probabilmente vivono ancora oggi nell’animo di chi si approccia a questi cammini», continua Brizzi. «Non fosse altro per il continuo riferimento a chi è passato prima di te. Si cammina sulle orme di qualcuno, sempre. Non stiamo andando a esplorare terre incognite. E le antiche vie di pellegrinaggio sono percorsi che invitano a riflettere. Quando calchi le orme di persone che sono andate a chiedere una grazia, hanno desiderato con forza di convertirsi, percepivano di avere peccati grandi o piccoli che volevano espiare, è fatale farsi le stesse domande. E in questo modo arrivi a porti domande sull’Assoluto. C’è anche un altro aspetto: il camminare in sé, ai tempi in cui la Chiesa cattolica non non era separata da quella ortodossa, nell’alto Medioevo, era percepito come una forma di preghiera. La ripetizione, il mettere un passo dietro l’altro, è un gesto semplice che diventa meditazione».

Jack Frusciante è uscito dal gruppo. Ediz. speciale. Con gadget

€ 19,00 € 18, 05 -5% Editore: Mondadori Collana: Oscar 451 Pubblicazione:10/09/2019 Pagine:156 Formato:Prodotto in più parti di diverso formato ISBN: 9788804721574 Disponibile a partire da 3 giorno/i vota, segnala o condividi Edizione speciale con sacca-zaino da portare sempre con sé. Bologna, 1992.

L'estate del gigante. Viaggio a piedi intorno al Monte Bianco

€ 15,90 € 15, 10 -5% Editore: Ponte alle Grazie Collana: Passi Pubblicazione:18/06/2020 Pagine:324 Formato:Libro in brossura ISBN: 9788833313672 Disponibile a partire da 3 giorno/i vota, segnala o condividi Il giro del Monte Bianco è un itinerario escursionistico di culto tra i più popolari in tutta Europa.

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