Dilma Rousseff incassa la prima pesante sconfitta. Dopo una votazione molto accesa, che ha sfiorato momenti di alta tensione fra i parlamentari dei diversi schieramenti, la Camera dei deputati del Brasile ha approvato(367 voti a favore e 137 contro) l'avvio della procedimento di impeachment per la presidente, il cui mandato scade nel 2018, è che è accusata di aver violato la legge di responsabilità fiscale. L'iter è ancora lungo: ora il procedimento passa al vaglio del Senato, per il quale è necessaria una maggioranza semplice.
Al termine del percorso parlamentare, se l'impeachment otterrà anche il sì del Senato, la Rousseff decadrà e il suo posto verrà preso dal vicepresidente Michel Temer. In questo caso però la questione non sarà risolta: Temer, oltre a godere di un consenso popolare bassissimo, rischia anche lui una procedura di impeachment analoga. Questa eventualità aprirebbe la strada verso la presidenza al presidente della Camera Eduardo Cunha, che la Rousseff ha additato come suo principale nemico politico.
Nella storia del Brasile dal ritorno alla democrazia a oggi l'impeachment della Rousseff ha un precedente: quello di Fernando Collor de Mello, presidente di destra - in carica dal 1990 al 1992 - che, travolto da accuse evasione fiscale, corruzione ed esportazione di valuta, si dimise prima del voto al Senato. Dilma, per il momento, esclude la possibilità di dimettersi e ha annunciato di voler combattere e difendersi contro quello lei considera un colpo di Stato. Ma anche Cunha è una figura politica decisamente controversa. Tutte le opzioni del dopo-Rousseff, insomma, fanno presagire un deterioramento della situazione politica. A questo punto, una via di uscita dalla crisi in corso è rappresentata dalle elezioni anticipate, proposte da un gruppo di senatori.
Il Brasile vive la crisi politica con fortissime tensioni e profonde divisioni interne. La votazione alla Camera dei deputati è stata accompagnata da grandi manifestazioni di piazza nelle principali città del Paese, sfidando il caldo torrido di questi giorni (37° a Porto Alegre). Migliaia di brasiliani (alcuni dati parlano di oltre 700mila persone, altri di circa 300mila) sono scesi per le strade fino a notte fonda, dividendosi tra manifestazioni a favore e contro la Rousseff, in un clima di scontro e di esaltazione quasi da stadio. Le proteste più vaste si sono svolte a San Paolo - dove si stima che siano scese in strada 215mila persone a favore dell'impeachment e 75mila contro - a Rio de Janeiro e nella capitale federale Brasilia.
(Foto Reuters)