Contribuisci a mantenere questo sito gratuito

Riusciamo a fornire informazione gratuita grazie alla pubblicità erogata dai nostri partner.
Accettando i consensi richiesti permetti ad i nostri partner di creare un'esperienza personalizzata ed offrirti un miglior servizio.
Avrai comunque la possibilità di revocare il consenso in qualunque momento.

Selezionando 'Accetta tutto', vedrai più spesso annunci su argomenti che ti interessano.
Selezionando 'Accetta solo cookie necessari', vedrai annunci generici non necessariamente attinenti ai tuoi interessi.

logo san paolo
domenica 16 marzo 2025
 
dossier
 

Cari lettori, raccontateci la vostra Seconda guerra mondiale

09/06/2020  Il 10 giugno 1940 Mussolini annunciava da palazzo Venezia l'entrata in guerra dell'Italia. Un conflitto che avrebbe segnato i destini della nazione, seminando lutti e distruzione. Vi chiediamo di raccontarci quegli anni terribili, inviandoci testimonianze, video coi vostri nonni o genitori che raccontano, fotografie e memorie raccolte in soffitta che ricordino la Seconda guerra mondiale dei vostri “vecchi”, dal 1940 al 1945. In edicola il primo speciale.

Accadde precisamente 80 anni fa. Riportano le cronache che il 10 giugno 1940 fu un giorno di sole spavaldo: 26 gradi a Roma, 31 addirittura a Milano, dove il giorno prima un certo Fausto Coppi, vinceva all’Arena, da debuttante, il suo primo Giro d’Italia, battendo il suo capitano, Gino Bartali.

“L’ora delle decisioni irrevocabili” venne annunciata poco dopo le 18. Il Duce parlò dal balcone di Piazza Venezia a Roma. La dichiarazione di guerra era stata consegnata, un paio d’ore prima, agli ambasciatori della Gran Bretagna e della Francia.

Mussolini studiò ogni parola del discorso e ogni movimento del corpo. L’arte della retorica e la consumata esperienza del parlare in pubblico dettò le frasi a effetto e persino le pause cadenzate per ricevere l’ovazione della folla. L’ostentazione della mascella volitiva e le mani al cinturone fecero il resto. Dove non arrivò la sua immagine forte, arrivò comunque la voce stentorea, grazie agli altoparlanti della RadioMarelli che trasmisero il discorso in diretta nelle principali piazze italiane: da Milano a Torino, da Genova a Venezia, da Firenze a Bari. Trascinate dal “vincere” del Duce le folle si esaltarono in ovazioni entusiaste, ma qualche mamma silenziosa, tornò mesta a casa, già piangendo il cupo destino dei figli in armi.

Quella data avrebbe davvero cambiato il destino dell’intera nazione nel volgere di pochi mesi. L’euforia di quelle ore diventò presto disperazione, perché dalle adunate festose si passò al terrore per le bombe, alla fame, alla devastazione. Gettata nella fornace della Seconda Guerra mondiale, l’Italia ne uscì fumante cumulo di macerie. Quel conflitto costò all’Italia 472 mila vittime, circa 320 mila feriti, 630 mila internati in Germania. "Questa è la tragedia della storia italiana", avrebbe commentato Winston Churchill alcuni mesi dopo dai microfoni di Radio Londra. "E questo è il criminale che ha tessuto queste gesta di follia e vergogna!".

Come annunciato nei mesi scorsi, e già avviato con la prima puntata uscita sullo scorso numero di Famiglia Cristiana, abbiamo deciso di raccontare la guerra a partire dai vostri racconti e dalle vostre memorie. Lo avevamo già fatto in occasione del centenario della fine della Grande Guerra l’anno scorso, e lo ripetiamo oggi, consapevoli che, parafrasando una celebre canzone di Francesco De Gregori, “la storia siamo noi. Siamo noi che scriviamo le lettere, siamo noi che abbiamo tutto da vincere e tutto da perdere”.

Stavolta, però, oltre alle puntate che mensilmente stiamo pubblicando nella rivista fino a settembre, dedicheremo ai vostri ricordi del conflitto anche uno spazio speciale sul portale di famigliacristiana.it, che sarà annunciato con un banner. Perciò rinnoviamo l’invito a mandare testimonianze, video coi vostri nonni o genitori che raccontano, fotografie, testi e memorie raccolti in soffitta che ricordino la Seconda guerra mondiale dei vostri “vecchi”, da quel 10 giugno alla fine definitiva del conflitto (2 settembre 1945).

Il numero di telefono dove inviare i vostri contributi – via whatsapp – è il 334 672 7060 (lo stesso che è stato usato per la recente iniziativa analoga realizzata nel corso del lockdown per l’epidemia del Covid-19).

Intanto, esprimiamo un “grazie” di cuore a chi ha già inviato materiale in redazione nelle settimane scorse. C’è una pluralità di argomenti nei vostri contributi: la paura causata dagli allarmi aerei, la trepidazione nell’aprire le lettere spedite dalla prima linea, il coraggio di chi si fece partigiano, aderendo alla lotta per la Resistenza, l’eroismo dei molti sacerdoti e religiosi che giunsero a sacrificare la propria vita per proteggere quella dei propri parrocchiani, i terribili patimenti di chi fece le campagne d’Africa o del Don, e quelli di chi finì internato nei lager nazisti o nei campi di prigionia in giro per il mondo.

Informato della nostra iniziativa, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella  ha voluto onorarci di un messaggio che pubblicheremo in seguito.

 

 

Segui il Giubileo 2025 con Famiglia Cristiana
I vostri commenti
2

Stai visualizzando  dei 2 commenti

    Vedi altri 20 commenti
    Policy sulla pubblicazione dei commenti
    I commenti del sito di Famiglia Cristiana sono premoderati. E non saranno pubblicati qualora:

    • - contengano contenuti ingiuriosi, calunniosi, pornografici verso le persone di cui si parla
    • - siano discriminatori o incitino alla violenza in termini razziali, di genere, di religione, di disabilità
    • - contengano offese all’autore di un articolo o alla testata in generale
    • - la firma sia palesemente una appropriazione di identità altrui (personaggi famosi o di Chiesa)
    • - quando sia offensivo o irrispettoso di un altro lettore o di un suo commento

    Ogni commento lascia la responsabilità individuale in capo a chi lo ha esteso. L’editore si riserva il diritto di cancellare i messaggi che, anche in seguito a una prima pubblicazione, appaiano  - a suo insindacabile giudizio - inaccettabili per la linea editoriale del sito o lesivi della dignità delle persone.
     
     
    Pubblicità
    Edicola San Paolo