Contribuisci a mantenere questo sito gratuito

Riusciamo a fornire informazione gratuita grazie alla pubblicità erogata dai nostri partner.
Accettando i consensi richiesti permetti ad i nostri partner di creare un'esperienza personalizzata ed offrirti un miglior servizio.
Avrai comunque la possibilità di revocare il consenso in qualunque momento.

Selezionando 'Accetta tutto', vedrai più spesso annunci su argomenti che ti interessano.
Selezionando 'Accetta solo cookie necessari', vedrai annunci generici non necessariamente attinenti ai tuoi interessi.

logo san paolo
giovedì 10 ottobre 2024
 
il caso
 

L'omelia del parroco No Vax. La diocesi di Milano: «Tutti devono vaccinarsi»

02/01/2022  Don Tarcisio Colombo, parroco di Casorate Primo, nel Pavese, contestato dai fedeli per alcune critiche espresse il 31 dicembre. La Curia: «Le nostre indicazioni sono chiarissime: tutti devono vaccinarsi. Alcune parrocchie hanno ospitato diversi hub vaccinali e l’arcivescovo Delpini è andato di persona per benedire e incoraggiare le persone impegnate nella campagna»

Alcuni fedeli che lasciano in polemica la chiesa durante l’omelia del parroco. È accaduto il 31 dicembre, durante la celebrazione di fine anno, nella parrocchia di San Vittore Martire di Casorate Primo, provincia di Pavia ma diocesi di Milano.

Il motivo sono state le critiche del prevosto don Tarcisio Colombo ai vaccini e alle misure adottate dal governo per contrastare la pandemia che non sono piaciute ad alcuni parrocchiani. Il primo a raccontare il caso è stato il quotidiano locale La Provincia Pavese. Il caso è già stato segnalato alla Curia ambrosiana.

Don Tarcisio si è difeso dalle critiche: «Nella vita», ha affermato, bisogna sapere ascoltare anche chi ha un'opinione diversa dalla propria. Se in questa fase storica si dice qualcosa di diverso sulla pandemia rispetto al sentire comune si viene additati come “no vax”». Il sacerdote non ha voluto dire se si sia vaccinato contro il Covid-19: «A questa domanda rispondo solo ai medici, sulle questioni personali di salute non c'è bisogno di dare risposte a persone che non siano dottori».

Non si sa quello che don Colombo, che guida la comunità di Casorate dal 2012, ha detto esattamente durante la sua riflessione. Al centralino della parrocchia non risponde nessuno, solo la segreteria telefonica. Le sue esternazioni erano già state accolte con perplessità da alcuni parrocchiani come quando, nel 2019, nel bollettino parrocchiale, aveva indicato l’attivista Greta Thunberg come «modello pericoloso per i giovani», riprendendo le parole di una rivista e ribadendole in alcune omelie. Che, come accade adesso con i vaccini, avevano diviso la comunità.

«Su 1600 preti della diocesi questo è il secondo caso di un sacerdote che critica i vaccini e la gestione della pandemia da parte del governo», spiega il portavoce della diocesi ambrosiana Stefano Femminis, «sui vaccini la posizione della Chiesa ambrosiana è chiarissima: tutti i parroci e gli operatori pastorali devono vaccinarsi perché la tutela della salute è importante anche per la cura delle anime e la vicinanza concreta ai fedeli. Ricordo anche che l’arcivescovo Mario Delpini ha già visitato diverse volte alcuni centri vaccinali lombardi per portare la sua benedizione e incoraggiamento a tutti gli operatori impegnati nella campagna contro il Covid. Non solo», prosegue, «sono stati aperti nei mesi scorsi alcuni hub vaccinali in strutture mese a disposizione dalle parrocchie, come è accaduto a Paderno Dugnano, dove nella palestra dell’Oratorio don Bosco sono state somministrate oltre 90 mila dosi di vaccino, e a Vimodrone».

Il decreto del Vicario generale, mons. Franco Agnesi, datato 9 settembre e citato anche da Femminis contiene indicazioni molto chiare e precise: «La cura per la salvezza delle anime», si legge, «non può prescindere dall’impegno di tutelare la salute dei corpi: anche in questo tempo di emergenza la Chiesa ha sempre continuato ad annunciare il Vangelo, celebrare i Sacramenti e aiutare i poveri adottando adeguati Protocolli in grado di prevenire infezioni da SARS-CoV-2. Proprio la tutela dei più deboli e dei più esposti a gravi pericoli è da sempre considerata dalla Chiesa come parte integrante della Sua Missione».

Per questo la diocesi ha chiesto a tutti i parroci, diaconi e collaboratori pastorali, al fine di poter proseguire in sicurezza e in presenza le attività, a vaccinarsi.

 
 
Pubblicità
Edicola San Paolo