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Lo Spirito Santo è una persona?

25/06/2020  Più dei concetti raccontano lo Spirito Santo le immagini genitoriali e dell’amico fedele

Interrompo la piccola serie sul discernimento per rispondere a una difficoltà giuntaci da una lettrice ed è adeguata per questo periodo “pentecostale”. La nostra lettrice confessa: «Mi è sempre stato difficile capire il significato e la rappresentazione della terza persona della Santa Trinità: lo Spirito Santo». E chiede come bisognerebbe considerare lo Spirito e come intendere il fatto che sia una persona.

La domanda posta è profonda e quanto mai reale, tanto da essere molto simile a un interrogativo posto da un grande teologo del XX secolo, Yves Congar, il quale proprio nella prima pagina di una imponente trilogia sullo Spirito Santo osserva che, a differenza del Padre e del Figlio, riguardo allo Spirito Santo noi siamo affetti da una certa mancanza di «mediazioni di ordine concettuale».

In altre parole, l’idea di Padre genera in noi immagini ispirate a paradigmi di paternità e, allo stesso tempo, porta a un’idea di relazione con il Figlio. «Spirito Santo», oltre a non generare nessuna immagine precisa, sembra invece una realtà anonima. Lo Spirito sembra l’anonimo, «l’uomo comune» per dirla con Vasco Rossi. Tanto che vari teologi hanno parlato di una «kenosi dello Spirito», uno stare dietro le quinte per promuovere l’altro. E l’altro che lo Spirito promuove è il Figlio, la missione del Figlio. Gli rende testimonianza, come ci insegna il vangelo di Giovanni (cap. 16). Quando lo Spirito prega in noi, non ci concentra su se stesso, ma sul Padre (Romani 8; Galati 4).

Eppure, questa umiltà dello Spirito non va a discapito della sua “personalità”. Lo spazio è troppo breve per esplorare semplicemente i verbi usati dalla Scrittura per parlare delle azioni che manifestano la personalità dello Spirito: ispira, parla, decide, conduce... Per questo, preferisco la scorciatoia di due immagini per rispondere alla domanda: la figura genitoriale e l’immagine dell’amico fedele. Pensando a come lo Spirito fa splendere rimanendo dietro le quinte, penso alla figura materna, specie nella sua capacità di eclissarsi e di gioire della gioia di un figlio o di una figlia come se fosse la propria gioia, anzi, di più! E, infine, rimando a un appellativo biblico, usato dallo stesso Gesù, per parlare dello Spirito: Paraclito. Un termine che ha vari significati convergenti: aiutante, soccorritore, consolatore, difensore, avvocato. Ecco, il volto dello Spirito è questo: un volto amico che non attira a sé, ma che attira nel Figlio verso il Padre.

Inviate le vostre domande a lettori.credere@stpauls.it

 
 
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