Il Festival segnato dalle canzoni di Daniele Silvestri, di Irama e dei Negrita che, con accenti diversi, si sono occupati della difficoltà di comunicazione tra genitori e figli, ieri sera si è arricchito di un nuovo capitolo: il monologo recitato da Claudio Bisio, tratto dallo spettacolo teatrale "Father and son" a sua volta ispirato al libro Gli sdraiati di Michele Serra, a cui è seguito la "risposta" affidata al giovane rapper vincitore di X Factor Anastasio.
Ecco alcuni stralci del monologo:
"Dicono che avresti avuto bisogno di un Padre con la "p" maiuscola. Un vero Padre. Che avresti avuto bisogno del suo ordine ben strutturato, ben codificato, così da poterlo fare tuo. Oppure combatterlo, e combattendolo diventare un uomo.
Non c'è argomento che mi metta più in difficoltà. Del padre non ho che alcune attitudini. Per esempio quella, non trascurabile, di mantenerti con il mio lavoro e la mia fatica. Ma so che è sconveniente farlo pesare (anche se altrettanto sconveniente, lo dico a carico tuo, è dimenticarlo). Ma riconosco che di tutte le altre tradizionali attitudini del padre - stabilire regole, rimproverare, punire, disciplinare, - non sono un convincente interprete. Le poche volte che tento di riportare ordine, sottolineare regole, sento di avere il tono maldestro dell'improvvisatore senza talento.
Ma perché non funziona l'idea che l'ordine possa generarsi anche da un'amichevole chiacchierata e non solamente dall'esercizio del potere? Un ordine fraterno e non paterno. Ma non l'hai ancora capito? Se non esercito il potere non è solamente per pigrizia. E' soprattutto perché al potere, così come si è strutturato prima di te e di me, io non riesco più a credere. E dunque non posso, imbrogliando me stesso, imbrogliare anche te.
Ma dimmi, sinceramente: chi preferisci trovarti di fronte, un padre che parla una lingua chiara ma che non è la sua, oppure uno che parla proprio la sua anche se non è chiaro che c... dice?