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La loro colpa? Essere la moglie e il fratello di uno dei leader della Comunità di Pace di San José de Apartadó. Il 19 marzo Nayeli Sepulveda, 30 anni, e Edison David, 15, sono stati uccisi nel villaggio La Esperanza, in Colombia. La notizia ha scosso la comunità contadina che da oltre 20 anni ha scelto la nonviolenza, autoproclamandosi neutrale alla guerra civile che tiene sotto scacco il Paese. Il duplice omicidio non arriva comunque come un fulmine a ciel sereno. Nonostante la firma degli Accordi di Pace del 2016 fra il governo e le Farc-Ep, in Colombia le violazioni dei diritti umani non sono mai cessate e a farne le spese sono spesso attivisti per i diritti umani e leader di movimenti sociali. Negli ultimi due decenni la Comunità di pace di San José de Apartadó in particolare ha subito diversi attentati - dal 1997 a oggi più di suoi 300 membri sono stati assassinati - ed è tutt’ora sotto costante minaccia.
La Comunità denuncia da sempre la forte presenza dei gruppi paramilitari nell'area e anche recentemente aveva subito attacchi violenti: «Invasioni di terreno nella proprietà privata Las Delicias, all'interno del villaggio, danni materiali a beni di sua proprietà, minacce, calunnie per screditare la resistenza pacifica che portano avanti per proteggere la loro terra da grandi progetti estrattivi», riferisce Monica Puto, operatrice di Operazione Colomba, il corpo nonviolento di pace della Comunità Giovanni XXIII in Colombia dal 2009 per garantire protezione e accompagnamento alle vittime del conflitto. Puto si trovava nel villaggio fino al giorno prima del massacro: «Nelle ultime due settimane noi di Operazione Colomba eravamo presenti in qualità di osservatori internazionali nel villaggio La Esperanza proprio a causa degli ultimi attacchi ricevuti».
«Il Municipio di Apartadó, gli enti locali e il Governo nazionale erano a conoscenza di quanto stesse accadendo prima del massacro», ricancara e rilancia Puto. «Chiediamo che si fermi immediatamente questa escalation di violenza che sta colpendo chi in prima linea si spende per creare un futuro di pace per il Paese».





