Un sacerdote esorcista. Foto: agenzia Sir.
Nel mondo, oggi, operano in tutto 404 esorcisti cui vanno aggiunti 124 ausiliari e un numero imprecisato di sacerdoti che non rientra tra i soci dell’Associazione internazionale degli esorcisti (Aie), l'unico ente in materia riconosciuto dal Vaticano. Lo rende noto l'agenzia di stampa Sir sulla base dei dati ufficiali diffusi dall'Aie. L'Italia conta 240 esorcisti e 62 ausiliari che devono fare i conti con una domanda crescente a causa del diffondersi dell'occultismo e del satanismo. All'estero, la Polonia risulta il secondo Paese con 120 esorcisti (nessuno dei quali membro dell’Aie: si riferiscono direttamente alla Conferenza episcopale). Seguono Regno Unito (28 esorcisti e 4 ausiliari), Usa (21), Messico Francia e Spagna (15 esorcisti ciascuno), Repubblica Ceca e Slovacchia (9 a testa), Lituania (8 e 6), Portogallo (5 e 3). In Argentina risultano esserci 3 esorcisti, come in Colombia, Austria e in Germania. Un esorcista, infine, in Canada, Bolivia, Cile, Togo, Benin, Camerun, Congo, Danimarca, Finlandia, Cina, Giappone, Corea.
Per padre Francesco Bamonte, esorcista della diocesi di Roma e presidente dell’Aie, è fondamentale «una seria formazione permanente e la piena fedeltà alle norme liturgiche e pastorali». della diocesi di Roma e presidente dell'Aie, è fondamentale «una seria formazione permanente e la piena fedeltà alle norme liturgiche e pastorali», affinché non si verifichino casi come quelli messi in scena dal film-documentario Liberami. Nessuna improvvisazione, dunque, ma scrupolosa attenzione a quanto prescrive la Chiesa: «Il ministero dell’esorcista non può essere praticato con superficialità e con approssimazione né come se fosse un hobby o un gioco. L’esorcismo è una lotta, talora molto dura, contro il potere di Satana: una lotta – sottolinea padre Bamonte – che non possiamo sostenere con le sole nostre forze, ma che esige una profonda unione alla Croce di Cristo».
Decisiva e sostenuta dall’Aie, nella pratica del ministero, è poi la collaborazione con medici e psicologi «competenti anche nelle realtà spirituali». In molti casi, infatti, i sintomi sono riconducibili a patologie mediche. Se le regole sono scritte, però, le difficoltà non mancano quando ci si confronta con la realtà. Per ovviare a ciò, l’Aie sta elaborando le Linee guida per una corretta prassi del ministero degli esorcismi che vogliono riassumere gli elementi principali ed essere un vademecum affidabile cui riferirsi in ogni circostanza. Lo scopo è quello di evitare i comportamenti discutibili da parte di qualche esorcista che ha esercitato il suo ministero in modo volutamente spettacolare o ambiguo, oppure con metodi dubbi e atteggiamenti non corrispondenti alle norme con le quali la Chiesa regola l’esercizio del ministero. È il caso recente del film-documentario Liberami che, scrive in una nota l’Aie ripresa dall'agenzia Sir, «si colloca lontano da quanto la Chiesa dispone e raccomanda in materia di esorcismo». Secondo quanto affermato dall'Aie e riportato dal Sir, gli stessi sacerdoti protagonisti della pellicola, «non sono rappresentativi né della dottrina cattolica, né della corretta prassi esorcistica stabilita dalla Chiesa cattolica». Troppe, chiosa il Sir, le scene in cui si afferrano le vittime per i capelli, si versano secchielli interi di acqua benedetta sulla testa delle persone o si gettano manciate piene di sale benedetto in faccia.
La pratica dell’esorcismo è regolata nel rituale De exorcismis et supplicationibus quibusdam, emendato nel 2004, dove non trovano spazio effetti speciali o musiche granguignolesche. I segni della possessione diabolica sono quattro: parlare correntemente lingue sconosciute o capire chi le parla; conoscere cose occulte; manifestare forze superiori all’età o alla condizione fisica della persona; provare un’avversione al sacro.