Monsignor Cesare Nosiglia, 75 anni. Tutte le fotografie di questo servizio sono dell'agenzia Ansa.
Come ai tempi della peste. O del colera. I vescovi sono in prima fila. Con l'esempio. E la preghiera. Così monsignor Cesare Nosiglia, arcivescovo di Torino e vescovo di Susa, che di fronte all’estendersi del coronavirus s'è rivolto a sacerdoti, religiosi religiose, diaconi e laici chiedendoo di rivolgere ogni giorno - nei tempi e nei modi ritenuti più opportuni - una preghiera da lui composta, da recitare in famiglia o nella comunità e al termine delle Messe sia feriali che festive.
Ecco il testo integrale della preghiera:
«Dio onnipotente ed eterno,
dal quale tutto l’universo riceve l’energia, l’esistenza e la vita,
noi veniamo a te per invocare la tua misericordia,
poiché oggi sperimentiamo ancora la fragilità della condizione umana
nell’esperienza di una nuova epidemia virale.
Noi crediamo che sei tu a guidare il corso della storia dell’uomo
e che il tuo amore può cambiare in meglio il nostro destino,
qualunque sia la nostra umana condizione.
Per questo, affidiamo a te gli ammalati e le loro famiglie:
per il mistero pasquale del tuo Figlio
dona salvezza e sollievo al loro corpo e al loro spirito.
Aiuta ciascun membro della società a svolgere il proprio compito,
rafforzando lo spirito di reciproca solidarietà.
Sostieni i medici e gli operatori sanitari,
gli educatori e gli operatori sociali nel compimento del loro servizio.
Tu che sei conforto nella fatica e sostegno nella debolezza,
per l’intercessione della beata Vergine Maria e di tutti i santi medici e guaritori,
allontana da noi ogni male.
Liberaci dall’epidemia che ci sta colpendo
affinché possiamo ritornare sereni alle nostre consuete occupazioni
e lodarti e ringraziarti con cuore rinnovato.
In te noi confidiamo e a te innalziamo la nostra supplica,
per Cristo nostro Signore. Amen»