di Giovanni Ferrò
foto di Simone Donati/TerraProject
L’ingresso al monastero di Camaldoli è deserto alle sei e mezza di mattina. Un giovane daino con il dorso maculato e il palco delle corna appena accennato si affaccia dal bosco sovrastante. Si guarda in giro, annusa, osserva. Poi con calma sovrana, per nulla infastidito dalle poche auto che passano sulla provinciale, si volta e se ne torna nel folto della foresta.
Quando, con l’entusiasmo del neofita di queste montagne, ne accenno a dom Matteo Ferrari, lui risponde con noncuranza: «Ah sì, ce ne sono tanti qui intorno, si fanno vedere spesso». Nulla di cui stupirsi, d’altronde: siamo nel bel mezzo del Parco nazionale delle foreste casentinesi, nell’ultimo lembo della provincia di Arezzo, prima che l’Appennino scavalli verso la Romagna e poi giù, fino alla costa adriatica del Cesenate.
Matteo Ferrari, cinquantenne con l’aria da ragazzino impunito, vive quassù dal 2001, quando fece il suo ingresso come monaco tra i Camaldolesi, una riforma dell’ordine benedettino avviata da san Romualdo poco dopo l’anno Mille. Qui c’è la “doppia” casa madre della congregazione camaldolese: il monastero e, qualche chilometro più a monte, l’eremo.
Originario di Parma, biblista e liturgista, incaricato da papa Francesco di coordinare le celebrazioni del Sinodo vaticano sulla sinodalità, nel novembre scorso padre Matteo è anche stato eletto priore generale dei Camaldolesi. Un incarico non semplice, sia perché la vita religiosa nella Chiesa cattolica attraversa un tempo di crisi e di ripensamento, sia perché Camaldoli ha un peso specifico significativo nella storia del cattolicesimo italiano: è qui che nacque il Codice di Camaldoli, la carta programmatica stilata nel 1943 da un gruppo di intellettuali che ispirò la nascita della Democrazia cristiana; è qui che, ogni anno, si ritrovano gli universitari della Fuci; ed è qui che, da quasi cinquant’anni, ai primi di dicembre si svolgono i Colloqui ebraico-cristiani, principale occasione di dialogo tra il mondo cattolico italiano e la comunità ebraica.
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Leggi l’intervista completa a dom Matteo Ferrari acquistando il numero di Credere in edicola da giovedì 12 settembre e in distribuzione in parrocchia da sabato 14 settembre. Oppure acquista una copia digitale su www.edicolasanpaolo.it/scheda/credere.aspx.
• Questa intervista con dom Matteo Ferrari fa parte di Viandanti della speranza, una serie di dialoghi con personalità del mondo ecclesiale, della cultura, dell’impegno sociale, dello spettacolo e dello sport in preparazione al Giubileo 2025.
Si tratta di un progetto multimediale che, oltre al servizio su Credere, comprende anche la versione televisiva di questa intervista, che sarà trasmessa su Telenova (Canale 18 del digitale terrestre in Lombardia e Piemonte orientale) martedì 10 settembre alle 22.30 e mercoledì 11 settembre alle 11.00. Il video di tutte le interviste è disponibile anche su App e sito di Telenova (www.telenova.it).