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venerdì 04 ottobre 2024
 
intervista
 

Don Davide Banzato: «Ecco gli influencer di Dio che mi hanno cambiato la vita»

13/04/2024  Nel suo ultimo libro il sacerdote e conduttore della trasmissione "I viaggi del cuore" su Canale 5 ci guida alla scoperta di Francesco d’Assisi, Antonio di Padova e Padre Pio da Pietrelcina: «Racconto le loro vite straordinarie attraverso i luoghi dove sono passati». E sulle dimissioni di Chiara Amirante dalla guida di Nuovi Orizzonti: «Sono un test di maturità per tutta la Comunità, da figli dovremo diventare padri e madri ed essere ancora più responsabili»

La copertina del libro uscito l'11 marzo scorso
La copertina del libro uscito l'11 marzo scorso

Assisi, La Verna, Padova, San Giovanni Rotondo. Tre luoghi francescani legati ad altrettante figure straordinarie: San Francesco, Sant’Antonio di Padova, San Pio da Pietrelcina. Tre tappe della geografia spirituale di don Davide Banzato, sacerdote, impegnato nella Comunità Nuovi Orizzonti nonché conduttore del programma I viaggi del cuore in onda da diversi anni sulle reti Mediaset.

Ora Banzato ha deciso di fare di quest’esperienza una sorta di diario personale dove la storia dei luoghi e dei personaggi s’intreccia a quella sua personale, dall’infanzia a Padova alla scelta del sacerdozio all’amicizia con Chiara Amirante, fondatrice di Nuovi Orizzonti. Ne è nato un libro, I miei viaggi del cuore (San Paolo, pp. 192), a metà tra memoir e taccuino di viaggio. Nel libro conduce il lettore a scoprire le figure di tre santi straordinari. «Oggi, soprattutto tra i giovani, vanno di moda gli influencer e Francesco d’Assisi, Antonio di Padova e San Pio da Pietrelcina sono tre modelli che hanno molto da dire alle persone di oggi per le loro storie avvincenti di vita e perché hanno vissuto situazioni nelle quali chiunque di noi può trovarsi».

In che modo?

«Francesco da giovane ha cercato il successo e la felicità nello sballo e nel godersi la vita come fanno tanti giovani di oggi, ma poi si è trovato infelice. Alla fine ha trovato nel Vangelo la strada per realizzarsi indicando la via da percorrere a tante altre persone. Sant'Antonio invece ha cercato la felicità nella vita religiosa, anche comoda, perché aveva trovato una realtà religiosa consolidata e importante nella quale aveva una carriera da accademico e intellettuale quasi spianata. Anche lui alla fine era infelice e ha trovato nel carisma del francescanesimo nascente ciò che l’ha veramente realizzato. Infine, San Pio, il quale oltre ad essere un grande mistico è stato un santo che ha avuto un rapporto privilegiato con la sofferenza. Tutti e tre hanno vissuto le contraddizioni e le fatiche della vita e hanno qualcosa da dire all’uomo contemporaneo».

Quali sono i suoi luoghi del cuore?

«Nel libro ne racconto diversi. Il primo è La Verna, sull’appennino toscano, il luogo in cui nel 1214 San Francesco ricevette le stimmate, e dove prima di essere ordinato diacono e poi sacerdote mi sono ritirato in silenzio a pregare. In quel posto, che ho iniziato a frequentare da bambino con mio padre, si può rivivere l’esperienza del Poverello con i primi compagni e, in tutte le stagioni, il fondersi della natura – i paesaggi aspri e maestosi del monte Penna e delle foreste del Casentino – con la spiritualità francescana. Assisi. «Un gioiello unico che riserva sempre sorprese, a partire dall’Assisi romana, poco nota, ma emozionante e tutta da scoprire fino ai luoghi di Francesco e Chiara».

Poi c’è Padova, la città dov’è nato e cresciuto.

«Ripercorro i luoghi legati a Sant’Antonio che sono quelli della mia infanzia e fanciullezza arrivando fino a Lisbona, in Portogallo, dove il Santo ha iniziato la sua esperienza e si è formato».

Qual è il suo legame con San Giovanni Rotondo?

«Anzitutto è legato a una data: sono stato ordinato sacerdote il 23 settembre 2006, festa liturgica di San Pio. Ho scoperto questa figura e i suoi luoghi un po’ tardi perché all’inizio mi sembrava un po’ burbero e distante. E invece, approfondendo di più, ho scoperto un grande mistico e, anche, il lato inedito del carattere: era un uomo molto affabile con i confratelli e i fedeli, divertente, persino scherzoso. A San Giovanni Rotondo c’è un posto dove mi fermo in silenzio a pregare ed è il coro dove il Frate ha ricevuto le stimmate».

Nel libro, al termine di ogni tappa, ci sono i consigli spirituali di Chiara Amirante.

«Nuovi Orizzonti è la vocazione nella vocazione: portare, da sacerdote, la gioia di Cristo Risorto negli inferi di oggi. Chiara Amirante ci aiuta a tradurre in modo esperienziale quello che abbiamo imparato dal singolo viaggio suggerendoci come poter mettere in pratica gli insegnamenti che abbiamo ricevuto da ognuno di questi tre santi».

Amirante l’11 febbraio scorso ha rassegnato le dimissioni dalla guida di Nuovi Orizzonti. Qual è la sua eredità?

«All’inizio c’è stato un po’ di smarrimento, comprensibile dopo tanti anni di guida da parte sua. Ora per la Comunità è un passaggio delicato e ognuno di noi è chiamato a fare un salto importante, quello della maturità, e da figli e figlie diventare padri e madri. Le sue condizioni di salute si sono aggravate notevolmente nell’ultimo mese e mezzo e non era più compatibile con il ruolo di un presidente che deve guidare una macchina complessa che oggi opera in 80 Paesi del mondo e ha oltre 200 centri e mille équipe di servizio».

Chi arriverà dopo di lei?

«Siamo in fase di discernimento. Ci sarà una donna, come prevedono gli statuti di Nuovi Orizzonti, purché abbia fatto professione definitiva di povertà, castità, obbedienza e gioia da almeno sette anni».

 
 
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