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mercoledì 18 settembre 2024
 
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Don Gabriele Amorth, una vita spesa per gli altri

09/09/2021  Un ricordo grato a cinque anni dalla morte del grande esorcista paolino

Don Gabriele Amorth moriva all’ospedale Gemelli di Roma il 16 settembre 2016 alle ore 19.50. Esattamente cinque anni fa, all’età di 91 anni, il cuore del sacerdote paolino e famosissimo esorcista della diocesi di Roma cessava di battere. Lasciava la vita terrena amorevolmente assistito dai suoi confratelli paolini e dal personale medico.

Nato a Modena il 1° maggio 1925, don Amorth è stato un religioso della Società San Paolo a tutto tondo, degno figlio del suo fondatore, il beato don Giacomo Alberione. Entrò in Congregazione presso Casa Madre di Alba il 25 agosto 1947, a 22 anni, esattamente cinque anni dopo un colloquio privato avuto con lo stesso don Alberione, che lo folgorò letteralmente. Era l’estate del 1942 e Gabriele era uno studente liceale di 17 anni in ricerca vocazionale. Prima di rispondere alla chiamata del Signore che sentiva fin dalla tenera età dovette però aspettare molti mesi. Tornato a Modena, dopo l’8 settembre 1943 partecipò come protagonista alla lotta partigiana in Emilia, scelta che gli costò anche una condanna a morte dalla quale scampò miracolosamente. Proprio per il suo servizio reso alla Patria durante l’occupazione nazista, l’8 settembre 2016, poco prima di morire, era stato insignito della “Medaglia della Liberazione” dal Prefetto di Roma, Paola Basilone, presente il ministro della Difesa Roberta Pinotti.

Terminato il liceo classico, dopo la Liberazione entrò in Azione Cattolica e poi nella Fuci, laureandosi in Giurisprudenza. Dotato di grande intelligenza e acume, militò nelle fila della Democrazia Cristiana, dove conobbe Giulio Andreotti e Alcide De Gasperi. Nel 1947 il giovane Andreotti, alla vigilia della sua inarrestabile ascesa politica, riconoscendo la sua stoffa, cercò di coinvolgerlo in politica, ma invano: il giovane Gabriele, infatti, declinò l’invito non avendo mai abbandonato l’idea di farsi religioso. Lasciata la vita secolare e dopo gli anni della formazione teologica, il 24 gennaio del 1954 venne consacrato sacerdote a Roma da mons. Ilario Roatta.

Dotato di sagace penna, è stato infatti per molti anni direttore del mensile Madre di Dio e collaboratore di Famiglia Cristiana. Egli salì però all’onore delle cronache mondiali dopo la sua nomina a esorcista della diocesi di Roma da parte del Card. Poletti, avvenuta in maniera quasi casuale nel 1986. «Ero in un’udienza privata dal Cardinale», ricorda in un suo scritto ai superiori, «e il discorso andò a finire su padre Candido Amantini, esorcista passionista alla Scala Santa, che conoscevo personalmente. Il Cardinale mi disse delle sue preoccupazioni per la salute del padre e il desiderio che qualcuno lo aiutasse. Allora prese fuori un foglio di carta e si mise a scrivere la mia nomina provvisoria...».

In breve tempo don Amorth si è fatto conoscere al grande pubblico con la pubblicazione di molti libri, che hanno fatto conoscere in modo rigoroso l’oscuro mondo della magia e dello spiritismo, con le loro nefaste conseguenze. Ricordiamo fra tutti il suo primo bestseller, Un esorcista racconta (EDB). Attraverso innumerevoli interviste e articoli ha riportato di attualità il ministero dell’esorcista anche nella Chiesa, insistendo in tante occasioni perché i vescovi nominassero almeno un sacerdote nelle loro diocesi per amministrare il sacramentale dell’esorcismo ai tribolati e per consigliare i dubbiosi.

Don Amorth è stato anche uno storico collaboratore di Radio Maria e, fra le altre, ha tenuto per due anni l’apprezzata rubrica Dialoghi sull’aldilà sul settimanale paolino Credere.

È appena uscita per i tipi di san Paolo la biografia autorizzata del grande esorcista, Don Amorth continua, scritta da Domenico Agasso jr, vaticanista de La Stampa.

 
 
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