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lunedì 07 ottobre 2024
 
ANNIVERSARIO
 

Don Ciotti, da 50 anni prete: «La mia sfida? Saldare cielo e terra»

10/11/2022  L'11 novembre 1972, a Torino, veniva ordinato sacerdote il fondatore del Gruppo Abele e di Libera. ««La Chiesa è chiamata a trasformare la fede in responsabilità, per affermare , qui e ora, i valori del Vangelo», spiega. L'intervista integrale sul numero di Famiglia Cristiana in edicola

Don Luigi Ciotti, 77 anni.
Don Luigi Ciotti, 77 anni.

«Il vescovo d’allora, padre Michele Pellegrino, mi assegnò come parrocchia “la strada”: aveva compreso che la Chiesa, volendo restare fedele al Vangelo, doveva “uscire” abitando la storia». Don Luigi Ciotti ricorda così l’11 novembre 1972, giorno in cui vene ordinato sacerdote a Torino. E a cinquant’anni di distanza, si confida con Famiglia Cristiana in un’intervista che il settimanale pubblica nel numero in edicola.

«Voglio ricordare le parole di Carlo Maria Martini: “Missione della Chiesa è l’essere coscienza critica della società in cui vive e voce propositiva dei valori più alti e spirituali”», spiega il fondatore del Gruppo Abele e di Libera. «La Chiesa è chiamata a trasformare la fede in responsabilità, per affermare , qui e ora, i valori del Vangelo. Nel mio piccolo, e come sempre grazie al sostegno, alla passione, all’intelligenza e all’esempio di tanti  altri, mi sono sentito interprete di questa visione. Per me la fede non è mai stata solo un fatto intimo, spirituale: la preghiera, il silenzio, l’ascolto di Dio, sono stati stimolo di un’apertura al mondo, alla storia delle persone, con le loro fatiche e speranze. Speranza, dignità, libertà sono dimensioni plurali, da coltivare “per” e “insieme” agli altri, mentre le mafie questa pluralità la disprezzano e la calpestano. Le mafie sono sinonimo di individualismo, di un potere arbitrario e violento e di una ricchezza intesa non come costruzione, ma sottrazione di bene comune. Per questo, nel desiderio di saldare il cielo e la terra, è rientrata a un certo punto anche l’urgenza di affrontare quella manifestazione dell’ingiustizia e le profonde sofferenze che causava a persone, famiglie e interi territori».

A 50 anni dall’ordinazione quale Chiesa sognare? «La Chiesa delineata dal “camminare insieme” di padre Michele Pellegrino, la “Chiesa per il mondo e non per sé stessa” di don Tonino Bello, la “Chiesa povera per i poveri” di papa Francesco, per citare tre figure che hanno profondamente segnato il mio cammino umano e spirituale. Voci diverse che esprimono un unico e impegnativo invito: vivere il Vangelo in pienezza».

 
 
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