Contribuisci a mantenere questo sito gratuito

Riusciamo a fornire informazione gratuita grazie alla pubblicità erogata dai nostri partner.
Accettando i consensi richiesti permetti ad i nostri partner di creare un'esperienza personalizzata ed offrirti un miglior servizio.
Avrai comunque la possibilità di revocare il consenso in qualunque momento.

Selezionando 'Accetta tutto', vedrai più spesso annunci su argomenti che ti interessano.
Selezionando 'Accetta solo cookie necessari', vedrai annunci generici non necessariamente attinenti ai tuoi interessi.

logo san paolo
martedì 25 marzo 2025
 
 

Don Luigi Ciotti racconta il suo incontro con don Tonino Bello

13/03/2025  In vista del 21 marzo, Giornata della Memoria e dell'impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie, il fondatore di "Libera" domenica 16 marzo si racconta nel programma "Sulla via di Damasco" su Rai 3. Dall'infanzia all'incontro determinante che lo ha portato a impegnarsi per una cultura di pace e la legalità

È uno scomodo "prete di strada", fondatore di Libera e del Gruppo Abele, sotto scorta da più di trent'anni per il suo impegno contro le mafie, Don Luigi Ciotti è la voce di chi non ha voce, è il simbolo di quanti si ostinano a scendere in piazza sempre il 21 marzo per costruire un pezzo di speranza, in occasione della Giornata della Memoria e dell'impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie. Don Luigi Ciotti, domenica 16 marzo, ore 7.30, Rai Tre, si racconta a Sulla via di Damasco, in un faccia a faccia con Eva Crosetta che ripercorrerà la sua vita fin da bambino con aneddoti, curiosità e il ricordo di quelle persone che lo hanno modellato. 

Il sacerdote, nato a Pieve di Cadore il 10 settembre 1945 e trasferitosi a Torino a 5 anni al seguito dei genitori, aveva infatti 17 anni quando iniziò a occuparsi di persone senza un’abitazione, emigranti alla ricerca di lavoro, ragazzini sbandati nelle periferie. Grazie all’intuizione del cardinale Michele Pellegrino, all’epoca arcivescovo di Torino, vive la sua vocazione sacerdotale proprio fra gli ultimi, cogliendo negli anni i diversi bisogni della società italiana, dal disagio e la tossicodipendenza fino all’educazione all’impegno e alla memoria nella lotta contro le mafie. Ordinato sacerdote nel 1972, nel 1974 Don Ciotti riuscì ad aprire un centro di ascolto per tossicodipendenti riqualificando un cascinale presso il paese di Murisengo, in provincia di Alessandria, e rinominandolo Cascina Abele, da cui nascerà, da lì a poco, anche il nome dell'associazione onlus "Gruppo Abele".

L'incontro con Don Tonino Bello, vescovo di Molfetta e presidente di Pax Christi, è stato senza dubbio un momento cruciale nella vita di don Ciotti. Parlando a un raduno di giovani di lui ha detto: «Oggi don Tonino direbbe che l’Italia non deve vendere le armi ma esportare la pace. Direbbe a voi giovani di alzare la voce, di impegnarvi di più per la pace. Direbbe che i poveri non solo vanno rispettati ma accolti. Ci direbbe che non è possibile, oggi, che in Italia ci siano cinque milioni di poveri e che tanti giovani si perdano nelle spire di un precariato infinito».All'interno del programma di Vito Sidoti, il racconto di Trifone, fratello di don Tonino, con il ritratto di un uomo che ha dedicato la sua esistenza al servizio degli altri, della pace e della giustizia

Segui il Giubileo 2025 con Famiglia Cristiana
 
 
Pubblicità
Edicola San Paolo