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Lettera
 

Don Luigi: «Troppo spesso ci manca la gioia di essere preti»

15/06/2018 

Lo sguardo acuto del Papa fa riflettere la Chiesa italiana. Delle parole di Francesco voglio approfondire due aspetti. Dietro la mancanza di vocazioni c’è la fatica delle comunità a esprimere la gioia. Chiusi in mille attività, ci si dimentica la bellezza della vita cristiana. Manchiamo in molti casi di gioia nell’essere preti e di gratitudine verso un servizio alla comunità che è dono di Dio. Nella convivialità della gioia e delle relazioni umane nascono più volentieri vocazioni di speciale chiamata. Comunità meno burocratiche, ma più disposte al calore umano e alle relazioni fraterne.

L’invito alla povertà evangelica e alla trasparenza ci chiede di ripensare lo stile della gratuità nei preti e nei laici. La logica del possesso, del non dare nulla per gli altri, non aiuta il cammino cristiano. Vivere nella logica del dono e del non possesso è frutto di un forte cammino spirituale. Specialmente quando si è chiamati ad amministrare i beni degli altri!

DON LUIGI TRAPELLI, Parroco di San Benedetto di Lugana (Vr)

Grazie, don Luigi, per questa riflessione. Aggiungo una considerazione: quelle del Papa non sono solo preoccupazioni pratiche, ma l’ennesimo invito a rimettere al centro della nostra vita Gesù Cristo e il suo Vangelo. Solo così riusciremo a parlare ancora ai giovani, testimoniando la gioia dell’essere cristiani, a essere più corretti nell’amministrazione dei beni e a superare ogni campanilismo favorendo, attraverso l’accorpamento delle diocesi, la condivisione di risorse e strutture. I suggerimenti del Papa vanno infatti tutti nella linea dell’uscire da sé, del dono. Che vale per ogni cristiano. Mettere Cristo al centro ci permette di vincere l’individualismo di cui è ammalata la società e di superare ogni tentazione di ripiegamento su noi stessi, per difendere interessi, privilegi, abitudini.

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