Questa quaresima è per il digiuno dei sensi.
il tatto: niente abbracci e neppure strette di mano per ricordarci di tutte le volte che li abbiamo sprecati, anche in rapporti superficiali;
l'udito: siamo costretti a sentire solo brutte notizie, soprattutto alla televisione e al telefono, e vale per quando non abbiamo saputo dare ascolto all'amico che voleva confidarsi con noi, o alla voce intima dell'anima, che ci invitava alla preghiera;
lo sguardo e l'olfatto: possiamo vedere solo quello che ci impongono alla tele, o che si vede dalla nostra finestra, ora che avremmo voglia di incontrare tutti i nostri cari, soprattutto i più piccoli, che hanno quel profumo particolare che sa di tenerezza, oppure andare nei giardini per ammirare e annusare la primavera, che è esplosa, nonostante tutto;
il gusto: andiamo di corsa al supermercato e dopo file interminabili acquistiamo l'indispensabile, che già pesa ed è difficile da trasportare, noi che eravamo abituati alle consegne a domicilio, e una volta a casa non abbiamo neppure voglia di cucinare perché lo stomaco è chiuso e ci sembra di ripetere gli stessi gesti di ieri.
Dato che la comunicazione si svolge attraverso segni e simboli, ho l'impressione che la globalizzazione del coronavirus sia un po' il simbolo del peccato originale, che c'è ma non si vede, e segna tutti gli uomini nel loro rapporto con Dio quando non accettano di essere umili (humus=terra) per accogliere la salvezza che Gesù Cristo ci ha donato.
Ci fosse un vaccino per il coronavirus tutti correrebbero a comprarlo, vendendosi anche la casa; i Sacramenti, soprattutto l'Eucaristia e la Riconciliazione sono il vaccino per la vita eterna.
Beatrice
Milano