Un testimonianza dal potente impatto emotivo, nella mattinata del 23 giugno, a raccontare il compito educativo alla fede nella famiglia, di generazione in generazione. Le reali vicende raccontate da Alvaro Medina del Campo e da sua moglie Maria Rosaria Garcia Garoz, di Madrid, dopo cinquant’anni di matrimonio, hanno commosso tutta la sala, nella drammaticità e nella bellezza della vita vera. Storie in cui l’irruzione della fede nella vita concreta delle persone passa attraverso il dolore, il rifiuto stesso, fino ad un grido di aiuto, davanti alla possibile morte di un figlio gravemente ammalato, anche se questo grido non sa nemmeno di essere già una preghiera a Dio.
Ma quello che ha colpito di più, come parola di speranza, è la dolorosa esperienza dell’esplicito e convinto rifiuto della fede da parte di alcuni figli, pur educati e cresciuti in una famiglia “cattolica DOC”. Così i genitori si struggono, perché vedono i propri figli allontanarsi sempre di più da quel tesoro prezioso che hanno cercato in tutti i modi di comunicare e testimoniare. Passano poi gli anni, e dopo tante e dolorose vicende, alla fine non i figli, ma i nipoti di questi figli, ormai lontani dalla Chiesa,si riavvicinano alla fede.
E così rimane, in chi ascolta, la consapevolezza - serena ma anche inquieta – che il destino dei propri figli e dei propri nipoti non è affidato alla propria capacità e bravura di testimonianza, di fede, di verità, ma ai tempi del Signore. A te, in famiglia, tocca seminare i gesti e le parole della speranza: poi, la libertà dei figli e l’azione di Dio sapranno far generare questi semi, con tempi e modi che non dipendono più da te. Il tempo così diventa propizio, e ogni genitore più capire che non tutto dipende dai propri sforzi, ma che i propri sforzi sono preziosi, per poter lasciare un’eredità di felicità.
* Francesco belletti, direttore Cisf (Centro Internazionale Studi Famiglia)
Dal Decimo Incontro Mondiale Famiglie – Roma, 22-26 giugno 2022