In occasione della messa in onda su Rai 1 di Il ritorno di Mary Poppins, riproponiamo l'intervista alla protagonista Emily Blunt che ci ha rilasciato nel 2018.
«C'è una qualità di Mary Poppins che ammiro profondamente e che cerco di insegnare alle mie figlie, Hazel e Violet. La sua generosità. Non si aspetta nulla in ritorno per quello che fa, neppure un po’ di gratitudine. Entra nella tua vita e capisce quello di cui hai bisogno e te lo dà senza pensarci due volte». Emily Blunt incontra la stampa internazionale a Londra, alla vigilia dell’arrivo nelle sale de Il ritorno di Mary Poppins, musical diretto da Rob Marshall, seguito del capolavoro del 1964 con Julie Andrews come protagonista.
La fantastica nanny ricompare per aiutare Michael, ormai adulto e padre di tre bambini, a fare i conti con la morte della moglie. «Mi sono spaventata moltissimo, quando mi hanno proposto il ruolo che è stato di Julie Andrews, ma mi sono sentita rassicurata nelle mani del regista Rob Marshall. Sapevo che non avrebbe rovinato lo spirito di quel lm che ci fa sentire ancora tutti bambini», spiega la Blunt, «Julie Andrews mi ha aiutato dicendo che ero l’attrice giusta per il ruolo e rifutandosi di comparire in un cammeo per non togliermi l’attenzione del pubblico».
«Nel film la fantastica tata» – è ancora l’attrice a parlare – «pianta un seme dentro di te così che tu possa cominciare un viaggio di scoperta personale, ti offre un punto di vista alternativo ed è soltanto quando si è as- sicurata che il suo piano misterioso è diventato realtà e sei riuscito a vedere le cose in modo diverso che se ne va». Proprio come fa la nanny irlandese che la Blunt ha scelto per le sue figlie. «Sì. È proprio come Mary Poppins. Fantastica», dice, «e la adoriamo tutti perché fa parte della nostra famiglia». Tra una tata vera formato Mary Poppins e una mamma che si trasforma in quella più famosa del grande schermo, le figlie della Blunt si divertono come pazze. «Hazel, che ha soltanto due anni e riesce a concentrarsi per appena tre minuti, ha guardato il trailer e ne è rimasta incantata. Violet, che ne ha quasi cinque, ha visto l’intero film e l’ha trovato meraviglioso».
Tra i sette e i quattordici anni la Blunt ha sofferto di una grave forma di balbuzie che è riuscita a superare solamente quando un’insegnante l’ha incoraggiata a partecipare a uno spettacolo teatrale. «Avevo evitato la recitazione fino ad allora», ha spiegato la famosa attrice, «perché faticavo a parlare, ma provare voci e accenti diversi e scoprire che ce la potevo fare mi ha ridato ducia e portato dove sono ora». «Mary Poppins riporta, dentro la famiglia, la comunicazione emotiva. Insegna una giusta scala di valori, che i tuoi figli sono più importanti della perdita della casa. «Penso che il film parli alla nostra epoca perché tanti si sentono come Michael oggi: sconcertati, fragili, insicuri e trarrebbero beneficio da un effetto Mary Poppins». E per lei, la protagonista, che cosa ha voluto dire questo ruolo? «Ho visto il film una sola volta, quando avevo circa sei anni, e mi ricordo benissimo di aver pensato che mi sarebbe piaciuto tantissimo ballare con i cartoni animati», spiega. «Dev’essere una cosa meravigliosa», mi ero detta, «Ventinove anni dopo il mio sogno si è realizzato».