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mercoledì 23 aprile 2025
 
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Firenze attende papa Francesco e spera nella pace

22/02/2022  Il Mediterraneo, spiega il presidente della Cei Bassetti, «è il grande lago di Tiberiade della famiglia abramitica. Spero sia davvero segno di pace soprattutto nel contesto legato all'Ucraina così drammatico come quello che stiamo vivendo

La conferenza stampa degli eventi in Santa Croce, a FIreenze, con il cardinale Betori il sindaco Nardella e, in collegamento, il presidente della Cei cardinale Bassetti.
La conferenza stampa degli eventi in Santa Croce, a FIreenze, con il cardinale Betori il sindaco Nardella e, in collegamento, il presidente della Cei cardinale Bassetti.

«Ringrazio il Signore per averci ispirato questa iniziativa che dà seguito a quanto abbiamo pensato e progettato a Bari». Ha esordito così il cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della Cei, nella suggestiva cornice del Cenacolo di Santa Croce a Firenze, sotto l’imponente affresco del pittore fiorentino del XIV secolo Taddeo Gaddi, nel presentare, lo scorso venerdì, la Conferenza sul Mediterraneo e l'incontro “Mediterraneo Frontiere di Pace”, della Conferenza Episcopale Italiana, che si concluderà domenica con la presenza di papa Francesco e del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Accanto a lui il sindaco di Firenze Dario Nardella, il vicepresidente della Cei monsignor Antonino Raspanti insieme con l’arcivescovo della diocesi, il cardinale Giuseppe Betori.

Il Mediterraneo, ha proseguito Bassetti,  «è il grande lago di Tiberiade della famiglia abramitica. Spero sia davvero segno di pace soprattutto nel contesto così drammatico come quello che stiamo vivendo. È vero che l’Ucraina non è direttamente sul Mediterraneo, ma lo è attraverso il Mar Nero; e La Pira diceva che fino agli Urali è tutto Mediterraneo, perché questo mare abbraccia tre continenti e più di venti nazioni. Siamo in un momento di profonda crisi, anche per quello che sta succedendo in Ucraina: dal punto di vista della provvidenza di Dio diventa ancora più necessaria questa nostra azione di pace. È interessante anche il fatto che vescovi e sindaci siano assieme: i vescovi porteranno quelli che sono gli effetti dell’annuncio del Vangelo, i sindaci ci mostreranno la situazione concreta dei popoli che essi rappresentano. Il confronto tra vescovi e sindaci, nella sintesi che farà il Papa, credo che sia un momento provvidenziale che va al di là di Firenze e del Mediterraneo».

L’arcivescovo di Firenze Betori, aggiunge che «quelli che si svolgeranno a Firenze sono due incontri che si uniscono nell’eredità di La Pira e che confluiranno nella giornata di sabato in un confronto comune da cui si auspica possa uscire anche una voce comune. Poi il tutto viene suggellato da una visita del Santo Padre a Firenze, in occasione dell’incontro di vescovi e sindaci del Mediterraneo. Il Papa viene ad ascoltare, a parlare e a celebrare, come era uso nei convegni che La Pira organizzava a Firenze e che si concludevano in Santa Croce con la celebrazione presieduta allora dall’arcivescovo, il venerabile cardinale Elia Dalla Costa». Tutta Firenze è interessata e coinvolta, «innanzitutto perché mette a disposizione i luoghi simbolo della sua cultura e della sua identità: Palazzo Vecchio, Santa Maria Novella, il teatro del Maggio Musicale, Santa Croce. A questi si aggiungono altri luoghi che vengono coinvolti perché cercheremo di offrire ai vescovi un’immagine della nostra Chiesa e della nostra città", conclude il cardinale.

Il sindaco di Firenze interviene ricordando Giorgio La Pira vorrei dire che questa conferenza sul Mediterraneo sarà l'incontro della “spes contra spem” che ha segnato la storia di Firenze. Perché se guardiamo al Mediterraneo oggi, alle guerre, alle crisi economiche, ai cambiamenti climatici, ai morti nel tentativo di venire in Europa non possiamo che parlare di “spes contra spem”. Dobbiamo chiedere all'Europa di essere presente, forte, attenta molto più di quanto non sia stata finora. E sarà bello vedere i sindaci di tante città parlare di questi temi: la pace, la cultura, la fratellanza», conclude Nardella.

Nella culla della rivoluzione del pensiero, che è poi Firenze, si respira un’aria di speranza e di rinnovamento, mentre la città aspetta papa Francesco e il suo messaggio forte e onesto di Pace che sa di profezia. Lo desiderano i fiorentini stessi, fiduciosi nel Pontefice, ma la presenza alla conferenza dell’ex-ministro dell’Interno Marco Minniti crea malumore e infiamma alcune realtà laiche e religiose (tra queste citiamo la Comunità delle Piagge di don Alessandro Santoro, Il Mulino, Progetto Accoglienza, Arcobaleno, don Andrea Bigalli, presidente regionale di Libera di don Ciotti, don Raffaele Palmisano, parroco di Santa Maria a Ricorboli, don Massimo Biancalani, il rettore dell'Università per stranieri di Siena) e l'abate di San Miniato al Monte padre Bernardo, che sottoscrivono al sindaco una lettera aperta: «Riteniamo inopportuna e imbarazzante la presenza di Marco Minniti come membro del Comitato Scientifico, nonché relatore del Convegno, perché è stato lui il promotore del Memorandum Italia-Libia, ricordando le parole del Papa che definisce i campi di detenzione libiche “Lager” e, sollevano la contraddizione:  «Cosa ci fa Minniti, presidente della Med-Or, una società istituita dalla Leonardo spa, azienda leader nel campo degli armamenti, in un Convegno che si inspira a La Pira e alla Pace?».

 

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