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Manca un mese esatto. Sabato 25 marzo papa Francesco visita Milano, grumo di passioni e di affari, di sogni e di incubi, di polvere e d'infinito, lembo affascinante, generoso e tribolato che è al tempo stesso Italia, Europa e mondo. Jorge Mario Bergoglio intende abbracciare la città, le sue bellezze, le sue piaghe. Il Pontefice atterra a Linate, per poi spostarsi, alle 8,30, in un'area periferica, zona Forlanini, alle Case bianche di via Salomone, dove ha modo di conoscere alcuni residenti. Alle 10 Francesco si reca in Duomo, dove incontra sacerdoti, religiosi, religiose e diaconi. Al termine si sposta in piazza per recitare l'Angelus, salutare e benedire i presenti. È un brevissimo momento di preghiera. Alle 11,30, il Papa va al carcere milanese di San Vittore: lì incontra i detenuti e pranza con loro. Alle ore 15, il momento aperto a tutti. Bergoglio presiederà una solenne concelebrazione eucaristica nel parco di Monza. È il cuore della visita. Alle 17,30, allo stadio Meazza di San Siro, Papa Francesco incontra i ragazzi cresimandi e cresimati, i loro educatori, genitori, padrini e madrine. L'incontro è riservato alle persone indicate, secondo le modalità comunicate direttamente alle parrocchie. Alle 18,30, infine, il congedo.
Cosa si aspettano Milano e il suo arcivescovo da questa visita? Il cardinale Angelo Scola lo spiega in una lunga intervista rilasciata al direttore di Famiglia Cristiana. don Antonio Rizzolo, e pubblicata nel numero in edicola e in parrocchia in questi giorni. «E' una visita ma ancora più un gesto d'affetto», precisa il cardinale. «Il Papa viene per confermarci nella fede e nell'amore. Anche Milano e le terre ambrosiane ne hanno bisogno più che mai, in questa fase di cambiamento epocale. Papa Francesco non si stanca di annunciare, con i gesti prima che con le parole, una Chiesa estroversa, instancabile nell'andare incontro a ogni donna e a ogni uomo. E l'apertura è nel Dna storico e perfino geografico di Milano».
Immigrazione («Scandalizzarsi della paura è sbagliato, così com'è profondamente sbagliato strumentalizzarla... »), ma anche scristianizzazione («Una volta archiviati Gesù Cristo e la Chiesa - si sente parlare sempre più di post-cristianesimo - ci si consegna mani e piedi alla tecnoscienza...»), economia («Siamo di fronte all'arduo problema della relazione tra finanza e produzione...»), povertà vecchie e nuove («Ci sono molte famiglie con due figli che devono vivere con meno di 1000 euro...»), matrimonio, divorziati e risposati: l'arcivescovo di Milano fa il punto sulla città e la sua Chiesa alla vigilia dell'arrivo di Jorge Mario Bergoglio. Il testo completo dell'intervista è a pagina 24 del numero 9 di Famiglia Cristiana.





