«Troppe persone nel mondo sono costrette ad aggrapparsi a barconi e gommoni nel tentativo di cercare rifugio dai virus dell’ingiustizia, della violenza e della guerra». Lo scrive papa Francesco nel messaggio indirizzato a padre Thomas H. Smolich (foto in alto), direttore Internazionale del Servizio dei Gesuiti per i rifugiati (Jrs), in occasione dei 40 anni di fondazione da parte del servo di Dio Pedro Arrupe. «Alla luce di queste gravi ineguaglianze – prosegue il Pontefice -, il Jrs ha un ruolo cruciale nel far conoscere e sensibilizzare l’opinione pubblica sulla realtà dei rifugiati e degli sfollati. È vostro compito vitale tendere la mano dell’amicizia a coloro che sono soli, separati dalle loro famiglie o abbandonati, accompagnandoli e amplificandone la voce, e soprattutto garantendogli l’opportunità di crescere attraverso i vostri programmi di istruzione e sviluppo». E ancora, «la vostra testimonianza dell’amore di Dio nel servire rifugiati e migranti è anche fondamentale per costruire una “cultura dell’incontro” (Fratelli Tutti, 30) che da sola pone le basi per una solidarietà autentica e durevole per il bene della famiglia umana».
Attualmente, i programmi del Jrs sono in 56 Paesi, al servizio dei rifugiati e di altri sfollati forzati nelle zone di conflitto e nei centri di detenzione, alle frontiere remote e nelle città affollate. Tanti i programmi di cura pastorale e di sostegno psicosociale nei centri di detenzione e nei campi profughi, così come gli aiuti umanitari in situazioni di sfollamento d'emergenza.
Quando padre Pedro Arrupe, allora Preposito Generale della Compagnia di Gesù, diede vita al Servizio dei Gesuiti per i Rifugiati, il 14 novembre 1980, sentiva che i rifugiati erano “segni dei tempi”, un aspetto della sua epoca che esigeva una risposta, in particolare dai gesuiti. “Una tale situazione costituisce una sfida alla Compagnia di Gesù che non può essere ignorata”, scriveva.
Come Preposito Generale, Pedro Arrupe ha guidato la Compagnia di Gesù attraverso la fase di rinnovamento avviata dal Concilio Vaticano II. Nel 1975 aveva convocato una Congregazione Generale, di cui il documento più influente è il Decreto 4, il cui punto centrale così recita: “In sintesi, la missione della Compagnia di Gesù oggi è il servizio della fede, di cui la promozione della giustizia costituisce un’esigenza assoluta in quanto fa parte di quella riconciliazione tra gli uomini richiesta dalla loro riconciliazione con Dio”.
E’ stato padre Kolvenbach a estendere a ciascun gesuita l’invito a interessarsi dei rifugiati. Riconoscendo nel 1990 che la risposta dei gesuiti al JRS era stata fino ad allora “magnifica”, soggiungeva che l’universalità della Compagnia, la sua mobilità e soprattutto la sua disponibilità apostolica sono qualità radicate nella sua tradizione che dovrebbero aiutare a far fronte alle sfide poste dalla crisi contemporanea dei rifugiati. Sfide sempre più attuali, che richiedono impegno, analisi e creatività.