Recensione di Giorgio Fontana, Prima di noi, Sellerio
Sandro Veronesi, Roberto Andò, Melania Mazzucco: anche solo restando agli ultimi romanzi recensiti in queste pagine, si può dire che la narrativa italiana gode di buona salute.
LA TRAMA
Lo conferma un romanzo ambizioso, Prima di noi di Giorgio Fontana, in cui l’autore racconta un secolo di storia italiana - precisamente dal 1917 al 2012 - attraverso l’epopea di una famiglia, seguita lungo quattro generazioni. Caporetto 1917: Maurizio Sartori diserta e raggiunge un casolare in Friuli, dove viene accolto da una famiglia di contadini. Scatta l’amore per Nadia ma, ancora una volta, prevale il desiderio di fuga e Maurizio se ne va…
Tuttavia sarà il padre della ragazza a richiamarlo al suo dovere: così nasce la stirpe dei Sartori, con i figli Gabriele, Domenico e Renzo. Il primo amante della cultura, poi professore, cattolico e democratico; il secondo troppo buono per questo mondo e perso in Africa; il terzo partigiano e comunista, poi operaio che rivendica i diritti. E il testimone passerà poi ai loro figli, Diana e Libero, Eloisa e Davide, e ai loro nipoti, Dario e Letizia, solcando il tempo dalla Seconda guerra mondiale alle rivolte studentesche e operaie, al terrorismo, alla fine del secolo e all’inizio del nuovo millennio…
IL COMMENTO
La grande Storia con i suoi rivolgimenti nel secolo breve dialoga continuamente con le storie individuali in questo racconto: ciascun membro della famiglia Sartori cerca a modo suo la felicità, inseguendo i propri valori, offrendo una sintetica rappresentazione delle ideologie che hanno segnato la nostra società dal concitato dopoguerra al presente imborghesito.
Su tutti aleggia un’inquietudine quasi insuperabile, derivante dallo scontro con la realtà, ma anche da una sorta di colpa originale mai estinta, sempre ancora da pagare. Le colpe dei padri (le diserzioni del patriarca Maurizio) ricadono dunque sui figli e sui figli dei figli? O si tratta semplicemente del “male di vivere” che tocca tutti?
QUELLA DEDICA
Il romanzo è dedicato a Luigi Fontana (1919-2014), nonno dell’autore che, nella nota finale, riconosce il debito verso i suoi racconti orali e quelli del bisnonno Giovanni. Ma si tratta solo dello spunto originario, perché Prima di noi è a tutti gli effetti un’opera letteraria, d’invenzione. Un romanzo potente e importante che ricorda a tutti noi da dove veniamo
IL GIUDIZIO
TRAMA 8
SCRITTURA 7,5
COPERTINA 7