Situazioni di grave malnutrizione e di indigenza in varie parti del mondo, dall'Africa alla Penisola arabica (Yemen). Tutte le foto di questo sercvizio sono dell'agenzia Reuters.
«Sono stati fatti molti progressi nella costruzione di un mondo migliore, ma troppe persone sono rimaste indietro, in quanto non hanno potuto sfruttare lo sviluppo umano, l’innovazione o la crescita economica. Di conseguenza milioni di persone in tutto il mondo non possono permettersi un’alimentazione corretta, il che le espone ad alto rischio di insicurezza alimentare e malnutrizione». Lo ribadisce la Fao (Food adn agriculture organization of United Nations, l'Organizzazione per il cibo e l'alimentazione delle Nazioni Unite) presentando la situazione in vista della Giornata mondiale dell'alimentazione che si celebra domenica 16 ottobre. Prosegue la Fao: «Porre fine alla fame non è però una questione di offerta: oggi viene prodotto cibo sufficiente a sfamare tutti gli abitanti del pianeta. Il problema è costituito dall’accesso e dalla disponibilità di cibi nutrienti, che sono sempre più ostacolati da svariate criticità, tra cui la pandemia del Covid 19, i conflitti armati, il cambiamento climatico, le disuguaglianze, l’aumento dei prezzi e le tensioni internazionali. Le persone in tutto il mondo sono esposte all’effetto domino di queste sfide che non conoscono confini».
Stando a dati ufficiali dell'Onu, l'anno scorso 828 milioni di persone hanno sofferto la fame, 46 milioni di persone in più rispetto al 2020, 150 milioni in più in confronto al 2019. “Viviamo in un contesto bellico, che potremmo chiamare una ‘terza guerra mondiale’. Il mondo è in guerra, e questo dovrebbe farci riflettere”, ha puntualizzato a sua volta papa Francesco rivolgendosi alla Fao nel messaggio inviato al suo direttore generale, Qu Dongyu. Riguardo ai “quattro miglioramenti” – migliore produzione, migliore alimentazione, migliore ambiente e migliore vita per tutti – che costituiscono il tema di quest’anno, Francesco evidenzia la necessità di pianificare e programmare gli interventi “in modo da contribuire all’eradicazione totale della fame e della malnutrizione”, quindi non limitandosi a semplici risposte “a carenze circostanziali o appelli lanciati a causa di emergenze”. “Per raggiungere soluzioni giuste e durature – ha aggiunto il Pontefice – è necessario ribadire l’urgenza di affrontare insieme e a tutti i livelli il problema della povertà, strettamente legata alla mancanza di un’alimentazione adeguata”. Il Papa suggerisce quindi, per raggiungere gli obiettivi fissati, di considerare come asse di ogni strategia “le persone, con storie e volti specifici, che vivono in un determinato luogo”, e di non valutarle come “numeri infiniti, dati o statistiche”. A conclusione del suo messaggio, il Papa ha rinnovato, inoltre, “ancora una volta l’impegno della Santa Sede e della Chiesa cattolica a camminare insieme alla Fao e alle altre organizzazioni intergovernative che operano a favore dei poveri, mettendo al primo posto la fraternità, l’armonia e la mutua collaborazione”, perché si scoprano orizzonti che portino benefici al mondo, “non solo per oggi, ma anche per le generazioni a venire”.