Lisbona,
dalla nostra inviata
Il fiume Tago abbraccia i ragazzi che, come un oceano, circondano il palco dove il Papa celebra messa. Si alzano i telefonini per catturare le immagini, ma c’è anche tanta preghiera. La notte è trascorsa in silenzio e adorazione qui a Parque Tejo dove i giovani sono venuti a portare le loro paure per ripartire pellegrini di speranza.
Il Papa spiega il Vangelo di Matteo che parla della trasfigurazione e chiede ai ragazzi di far proprie le parole di Pietro: «Signore è bello per noi essere qui», ma poi da qui bisogna ripartire. «Dopo queste giornate» chiede il Papa, «cosa portiamo con noi ritornando nella valle della vita quotidiana? Sulla base del Vangelo che abbiamo ascoltato, vorrei rispondere a questo interrogativo con tre verbi: brillare, ascoltare, non temere».
Brillare, innanzitutto. Gesù si trasfigura davanti a tre apostoli: Pietro, Giacomo e Giovanni, li conduce sul monte e il suo volto diventa splendente e le sue vesti candide. «Questo “bagno di luce” li prepara alla notte che dovranno attraversare; questo squarcio luminoso li aiuterà a sostenere la fatica delle ore più buie, quelle del Getsemani e del Calvario».
Noi diventiamo luminosi non quando ci mettiamo sotto i riflettori, ma quando ci apriamo a Dio. «Non vi ingannate», dice il Papa ai giovani, «tu sarai luce il giorno che farai opere d’amore, ma per fare questo non puoi diventare egoista, se diventi egoista la luce si spegne»
E la seconda parola è ascoltare: «Il segreto è questo: ascoltare Gesù. Prendete il Vangelo e ascoltate cosa dice al vostro cuore». E «state attenti», dice il Papa, «alle forme di egoismo travestiti da amore, ascoltatelo perché Lui vi dirà qual è il cammino dell’amore».
Infine «non temete». Sono le ultime parole che Gesù dice ai suoi discepoli. «E a voi giovani che in questo tempo siete tentati di scoraggiarvi, di nascondere il dolore sotto un sorriso, a voi che volete cambiare il mondo e ci mettete impegno e fantasia ma vi sembra che non sia sufficiente, a voi giovani
di cui la Chiesa ha bisogno, di cui il mondo ha bisogno come la terra della pioggia, a voi che siete il presente e il futuro, proprio a voi giovani Gesù dice: “Non temete, non abbiate paura». Il Papa chiede «un momento di silenzio e ognuno ripeta nel suo cuore le parole di Gesù: “Non abbiate paura”». Il Pontefice vorrebbe «guardare ognuno di voi negli occhi e dirvi: “Non temete, non abbiate paura”, ma vi dico una cosa ancora più bella.
Non sono io, è Gesù stesso che vi guarda in questo momento, lui vi conosce, conosce il cuore di ognuno di voi, la vita di ognuno di voi, le gioie e i fallimenti, il cuore di ognuno di voi e lui oggi vi dice qui, a Lisbona, in questa Gmg: "Non abbiate paura, non temete, abbiate coraggio"».