Anche voi vi siete lasciati fuorviare dai luoghi comuni sul mondo delle armi e di coloro che le usano solo per sport o divertimento. L’arma da fuoco di per sé è un oggetto inerte e la sua pericolosità è nelle mani di chi la impugna, come per qualsiasi altro oggetto atto a offendere. Secondo il ragionamento dell’articolo, anche un coltello, un bastone, una roncola, se l’intenzione è far del male, andrebbero vietati. Ho più di 40 anni di esperienza di maneggio di armi e tiro e ho conosciuto molte persone con la passione delle armi o con la necessità di portarne, ma mai nessuno che abbia tenuto comportamenti meno che prudenti, o che si sia sottratto alle regole di sicurezza. I poligoni sono attentissimi a ciò.
Non credo, poi, che chi porta un’arma per mestiere sia sempre meglio preparato ad affrontare situazioni di pericolo. Ci sono guardie e agenti che sparano per allenarsi molto raramente e nella loro vita professionale non hanno mai dovuto intervenire in situazioni critiche, quindi in caso di bisogno il loro livello di stress psico-fisico sarà uguale a quello di un qualsiasi tiratore, con la differenza che un assiduo frequentatore di poligono padroneggerà meglio l’arma, essendo abituato a usarla, seppure per bucare un cartone. Inoltre le competenze tecniche, teoriche, tecnologiche in generale sono molto maggiori negli appassionati. Un punto che mi trova d’accordo con quanto citato nell’articolo è che chiunque possegga un’arma dovrebbe essere obbligato a usarla in poligono per più volte l’anno o altrimenti costretto a disfarsene.
Termino con una provocazione: mediamente in Italia abbiamo annualmente 30 morti per armi da fuoco, per omicidi, incidenti, caccia, ecc. e più di 3.000 morti per incidenti stradali. Siamo proprio sicuri che il documento troppo facile da ottenere sia il porto d’armi?
LETTERA FIRMATA
Come ammetti tu stesso, un’arma è sempre pericolosa. Si dovrebbe essere obbligati a usarla più volte l’anno in poligono. Per lo stesso motivo, io credo, non bisognerebbe rilasciare il porto d’armi con troppa facilità. Lo stesso vale, certo, per la patente di guida. Un mio istruttore la chiamava «licenza di uccidere». La differenza è che, in genere, l’auto si guida per necessità. C’è comunque sempre bisogno di prudenza e di rispetto delle regole.
Il nostro articolo, in realtà, intendeva soprattutto mettere in guardia da un possibile pericolo: quello di un uso improprio del porto d’armi a fini sportivi per poter avere in casa uno strumento di autodifesa. Si tratta di un’illusione, che mette a repentaglio la vita altrui e può rovinare la propria. E può dare il la a una deriva che spinge troppi cittadini ad armarsi, fino ad arrivare ai casi estremi presenti negli Stati Uniti. Meglio fermarsi in tempo.