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sabato 23 settembre 2023
 
28 maggio
 

Il giornalista e il poliziotto. L'Italia ricorda gli anni di piombo

28/05/2020  Walter Tobagi (ricordato da Sergio Mattarella sulle pagine del Corriere) e Franco Evangelista, l'uno a Milano e l'altro a Roma, uccisi 40 anni fa dal terrorismo rosso e nero. Esattamente sei anni dopo la strage neofascista di piazza della Loggia, a Brescia, che provocò la morte di otto persone.

Franco Evangelista e Walter Tobagi. Uniti non solo dalla stessa data di morte, 28 maggio 1980. L’agente di polizia, noto come Serpico, ucciso sulle scale del liceo romano Giulio Cesare dai Nar (nuclei armati rivoluzionari), e il giornalista del Corriere della Sera, assassinato quella stessa mattina a Milano dalla Brigata XXVIII marzo, lottavano entrambi per una Italia migliore. Tobagi, come ricorda il presidente della Repubblica Sergio Mattarella intervenendo sulle pagine del Corriere della sera, «era un giornalista libero, che indagava la realtà oltre stereotipi e pregiudizi, e i terroristi non tolleravano narrazioni diverse da quelle del loro schematismo ideologico». Evangelista, ricordato anche nella canzone Tortuga, di Antonello Venditti, un poliziotto impegnato a garantire la sicurezza degli studenti inq uegli anni di scontri. La loro vita, e la loro morte, racconta l’Italia di allora. La lotta delle persone perbene, ciascuna nel proprio mestiere, per un Paese che potesse davvero attuare la sua carta Costituzionale. Il terrorismo nero e quello rosso, i servizi segreti deviati, la loggia p2 (i cui elenchi vennero scoperti nel 1981 e che aveva tentato di infiltrare capillarmente la maggiore stampa italiana a partire proprio dal Corriere), i depistaggi misero, in quegli anni, a dura prova il nostro assetto democratico. Anni da non dimenticare. Anzi da studiare a fondo con l’apertura degli archivi, con l’ascolto dei testimoni, con i lavori nelle scuole. Un impegno che da anni contraddistingue, in particolare la Casa della memoria di Brescia, nata dalla volontà dei parenti delle vittime di piazza Loggia. La bomba che nel 1974 provocò la morte di otto persone e ne ferì 102 non fermò la società civile che, anzi, proprio per onorare la memoria dei suoi caduti, cercò di costruire, come scrisse Cesare Trebeschi, «al giorno dell’ira e del rimpianto, su questa pietra, con i nostri figli e per loro, una città libera e viva». Impossibilitata alle consuete manifestazioni, Casa memoria propone oggi di portare, nel rispetto dei limiti imposti dalle norme anticontagio, dei fiori presso la lapide che ricorda Giulietta Banzi Bazoli, 34 anni, insegnante di francese,  Livia Bottardi in Milani, 32 anni, insegnante di lettere alle medie, Alberto Trebeschi, 37 anni, insegnante di fisica, Clementina Calzari Trebeschi, 31 anni, insegnante,  Euplo Natali, 69 anni, pensionato, ex partigiano,  Luigi Pinto, 25 anni, insegnante, Bartolomeo Talenti, 56 anni, operaio, Vittorio Zambarda, 60 anni, operaio. E di seguire via social le altre iniziative indicate su www.sempreperlaverità.it.

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Le immagini di Rai Storia per ricordare i 40 anni dell'omicidio di Walter Tobagi
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