Il calcio, il nostro amato sport nazionale, quello che dovrebbe farci sognare, piangere o esultare, ancora una volta si trova impantanato in una melma ben lontana dai valori che dovrebbe trasmettere. L’operazione delle forze dell’ordine che ha scardinato i vertici delle curve di Inter e Milan è solo l'ennesimo esempio di quanto lo sport sia ormai ostaggio di un potere parallelo, quello delle tifoserie ultras, che ha ben poco a che fare con il calcio giocato.
Non stiamo parlando di passioni mal direzionate, ma di vere e proprie organizzazioni criminali che utilizzano il pretesto del calcio per gestire affari illeciti, estorsioni, e, come in questo caso, mantenere addirittura legami con la mafia. E così, invece di trovarci a celebrare le prodezze di un Lautaro o di un Leão, ci troviamo a fare i conti con l'ombra lunga della violenza e del crimine organizzato.
Che le curve fossero un terreno fertile per la delinquenza è cosa nota da anni, ma quello che più colpisce è il modo in cui queste figure riescono a insinuarsi nel tessuto sociale, guadagnandosi rispetto e potere nonostante i loro legami oscuri. Il calcio, in tutto questo, diventa una semplice facciata, un pretesto per giustificare comportamenti e atti che con lo sport non hanno nulla a che vedere. ma la domanda che sorge spontanea è sempre la stessa: quanto impegno ci mettono le società per non scendere a compromessi con questo tipo di tifoserie avvelenate? Quante sono state le denunce? Non siamo all'anno zero, in questo campo. La Juventus ad esempio ha intrapreso azioni significative contro le infiltrazioni della criminalità organizzata tra le sue tifoserie in diverse occasioni negli ultimi anni. Uno degli episodi più rilevanti risale al 2017, quando il club denunciò le attività illecite all'ombra dei clan della 'ndrangheta di alcuni gruppi ultras in relazione alla gestione dei biglietti. Questa vicenda emerse nell'ambito dell'inchiesta "Alto Piemonte", condotta dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Torino. Ma evidentemente non si è fatto abbastanza.
La grande sfida, ora, è come ripulire queste curve, come restituire alla tifoseria quella dignità che dovrebbe appartenere solo alla passione sportiva. Finché le curve saranno ostaggio di personaggi come quelli che rimbalzano oggi sulle prime pagine dei giornali, il calcio continuerà a vivere all’ombra di una minaccia che ne distorce i valori e l’essenza stessa del suo nobile spirito.
Nella foto Ansa, un fermo immagine tratto da un video relativo all'operazione condotta dagli agenti del Servizio Centrale Operativo della Direzione Centrale Anticrimine della Polizia di Stato, della Squadra Mobile e della S.I.SCO di Milano Milano, che ha permesso di eseguire decine di misure cautelari e decreti di perquisizione nei confronti di persone indagate a vario titolo per associazione per delinquere, con l'aggravante del metodo mafioso, estorsione, lesioni ed altri gravi reati, 30 settembre 2024.