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Un ragazzo che ha subito un trapianto di cuore, una ragazza piena di dubbi sulla fede dopo il lockdown, una ragazza che ha perso la nonna a cui era molto affezionata, un altro rimasto chiuso nella sua stanza durante la pandemia e senza più voglia di uscire, un figlio che a 12 anni si prende cura di suo padre malato di alzheimer precoce
Sono 80 mila, molti più del previsto, i ragazzi che si sono ritrovati in piazza San Pietro attorno al Papa per una veglia di preghiera. All’Iniziativa, pensata dalla Cei, hanno risposto da tutta Italia. «Finalmente siamo qui, insieme e vicini», ha detto il cardinale Gualtiero Bassetti aprendo l’incontro e ringraziando «io vecchio di 80 anni» la piazza variopinta dei ragazzi. «Oggi è un giorno davvero speciale, molto speciale per tutti noi; e anche per Lei, Padre Santo», ha detto il presidente della Cei, «ha celebrato qui alcune liturgie pasquali, ma quello di oggi è il primo incontro pubblico in piazza San Pietro, dopo il lungo periodo della pandemia. Ci sono rimaste nel cuore e nella memoria le immagini di quell'ultima volta prima di oggi, quel famoso 27 marzo 2020: Lei qui, solo, sotto la pioggia; noi al di là degli schermi, chiusi nelle nostre case e prigionieri della paura per quanto stava accadendo».
E il Papa, nel dare il benvenuto ai ragazzi, paragona la piazza a chi ha fatto molto digiuno «Sono passati due anni, con la piazza vuota. E alla piazza è successo come a noi quando facciamo digiuno, abbiamo voglia di mangiare e abbiamo voglia di mangiare di più e anche la piazza ha sofferto il digiuno e oggi è piena di voi». Ricorda «le ingiustizie e le le violenze che distruggono l’uomo e il pianeta e per cui i ragazzi pagano il prezzo più alto». Francesco ricorda che, nella Pasqua, «abbiamo accolto la luce di Gesù Risorto, che ha vinto le tenebre della morte. Purtroppo, sono ancora dense le nubi che oscurano il nostro tempo. Oltre alla pandemia, l’Europa sta vivendo una guerra tremenda». Parla delle paure e del buio e incita gli adolescenti a non tenere queste paure per sé, ma a condividerle, a farle venire alla luce, a raccontarle. «Ci sono momenti in cui la vita ci mette a dura prova, ci fa toccare con mano le nostre fragilità e ci fa sentire nudi, inermi, soli. Quante volte in questo periodo vi siete sentiti soli, lontani dai vostri amici? Quante volte avete avuto paura? Non bisogna vergognarsi di dire: ho paura! Il buio fa paura a tutti», dice il Pontefice, ma poi esorta: «Le paure vanno dette, vanno messe alla luce e quando le paure che sono nelle tenebre vengono messe alla luce vanno via». A loro augura di avere sempre «il fiuto di Giovanni, il fiuto della fede e della verità», il più giovane degli apostoli che riconosce Gesù nell’uomo che dice agli apostoli scoraggiati di gettare le reti, e «il coraggio di Pietro» che si getta in acqua per cercare il Signore. Lascia da parte il discorso preparato per dire che non bisogna «vergognarsi degli slanci di generosità». E, nel dire di «andare avanti» indica Maria: «Lei aveva quasi la vostra età quando accolse la sua vocazione straordinaria di essere la mamma di Gesù», per dire che è lei che può aiutare «a rispondere con fiducia il proprio "Eccomi" al Signore. Lei vi insegni a dire "Eccomi" e a non avere paura».





